Con l’allenatore emiliano, il feeling è scattato subito. L’islandese è un giocatore totale
Come riportato dal Corriere dello Sport, il nuovo Gudmunsson si è per adesso solo intravisto. Qualche sprazzo in amichevole e una rete, quella nell’ultimo test contro la Jufa di giovedì scorso. Le gare tra Viola Park e Inghilterra sono bastate per intercettare un cambiamento, quantomeno nell’attitudine: perché l’islandese adesso è giocatore totale, nel senso di zone ricoperte in campo, non solo in fase di possesso. Per sostenere un tridente da tappeto rosso, quello formato da lui, Dzeko e Kean, Pioli gli ha chiesto sacrificio e il dieci sta rispondendo presente.
Il segreto di questo apparente cambiamento forse sta proprio lì. Nel manico, o meglio nella panchina. Pioli ci ha parlato – e tanto – nell’ultimo mese, spiegandogli bene cosa chiede la società da lui. Che faccia la differenza, certo. Ma che si sacrifichi anche, che dia l’esempio. Perché se il dieci si mette a rincorrere gli avversari allora lo faranno tutti. Il tecnico emiliano lo stima e lo coccola, lo sprona e lo fa sentire importante, centrale. Il feeling è scattato subito, al contrario di quanto successo nei dieci mesi precedenti con Palladino. Il Gudmundsson edizione 2024-25 è stato poi condizionato da infortuni sì ma anche dal processo per cattiva condotta sessuale, crimine di cui è accusato. Dopo l’assoluzione dell’ottobre 2024 e il ricorso della Procura di Reykjavik, la parola fine dovrebbe arrivare tra settembre e ottobre.
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Redazione LaViola.it