Rassegna Stampa

CDS-Stadio – Dalla difesa tardiva all’identità: Pioli, corri ai ripari

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Gli 80’ di dominio del Napoli hanno messo in luce tutti i punti deboli. Si concede troppa libertà agli avversari, Kean e Piccoli non incidono

Focus sui problemi della Fiorentina di Pioli sulle pagine del Corriere dello Sport, che elenca le principali criticità della squadra viola in questo avvio di stagione:

DIFESA TARDIVA. In campionato e nel ritorno dei play-off di Conference, la Fiorentina ha incassato 6 reti con 6 errori individuali.

RENDIMENTO FIACCO. Comuzzo è in affanno dall’inizio della stagione, forse condizionato dal “no” agli arabi. Pongracic ricorda Martinez Quarta, quando ha la palla fra i piedi è perfino più elegante (ma meno efficace) dell’ex viola, ma quando la palla è degli altri e lui deve fare il suo mestiere, cioè difendere, ha qualche problema. Il giocatore più insoddisfacente di questo avvio di stagione è Fagioli, a cui Pioli affida il ruolo del regista. Non è tanto la posizione, quanto lo scarso coinvolgimento nella manovra e la difficoltà a fare gioco a spingerlo verso la mediocrità. E un giocatore che deve e può dare tanto ma tanto di più. Dzeko, nella prima da titolare in campionato, ha mostrato quello che sta scritto sulla sua carta d’identità, 39 anni, quando in tanti (compreso chi scrive) aspettavano un altro impatto sulla squadra.

KEAN DA SOLO O NO? L’anno scorso, come unica punta, ha segnato 25 gol in tutta la stagione, ma in questo avvio Pioli a Torino gli ha affiancato Piccoli appena arrivato. Nessuno dei due ha inciso, anche perché l’intesa non poteva essere istantanea. Eppure lo è stata con Retegui: Gattuso in Nazionale si è inventato la coppia di numeri 9 e l’idea ha prodotto ottimi risultati. Certo, l’italo-argentino ha caratteristiche differenti da Piccoli, acquistato principalmente come alternativa, e non come partner, di Moise. Sabato sera, accanto a Kean c’era Dzeko, ma il bosniaco era spento e come coppia la valutazione risulta complicata.

IDENTITÀ E CONDIZIONE. Per ora la Fiorentina ha un’identità sconosciuta. Cerca la profondità ma non la trova e quando prova a palleggiare, senza il contributo del miglior Fagioli (e sabato anche di Gudmundsson, assente), cincischia. La squadra è lunga e se concedi spazi al Napoli (ma anche al Como, prossimo avversario) diventa un’impresa recuperare la palla. La distanza fra i reparti ha consentito alla squadra di Conte di palleggiare liberamente e di tornare subito in possesso del pallone. Il dubbio è questo: era solo un problema tattico o c’era anche una differenza di condizione? Nelle tre partite di campionato fra tiri totali fatti e tiri totali subiti la differenza è a favore dei viola (39 a 35), ma quando si passa ai tiri in porta, fatti e subiti, la distanza a sfavore della Fiorentina è notevole: sono 8 per Kean e compagni e 19 per gli avversari. A Firenze pregano che De Gea non abbia mai un raffreddore.

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