Rassegna Stampa
CDS-Stadio – Carenze tecniche, tattiche e agonistiche: viaggio nella crisi della Fiorentina
La squadra di Pioli in campionato non sa più vincere: difesa a 3 o a 4, l’idea del rombo e il rendimento dei singoli
Secondo Il Corriere dello Sport, nessuno si aspettava un inizio di campionato così negativo da parte della Fiorentina, perfino in linea con quello di dodici mesi fa e difatti, sommando l’uno e l’altro, per la prima volta in novanta anni di Serie A la squadra viola non ha ottenuto neanche una vittoria nelle quattro gare iniziali per due stagioni consecutive. E come Palladino l’anno scorso, Pioli ha scelto la fine dell’estate per mandare in soffitta la difesa a tre e il 3-5-2 (con derivati annessi per passando a un 4-4-2 inedito e inatteso nella disposizione degli uomini. Visto l’esito col Como, in soffitta bisogna subito fare spazio anche al 4-4-2.
ALLENATORE. Sette amichevoli dal 20 luglio al 14 agosto, cinque partite ufficiali tra playoff di Conference League e tre turni di campionato fino al 13 settembre intervallati dalla prima sosta per le qualificazioni al Mondiale 2026: mai una volta Stefano Pioli ha derogato dalla difesa a tre, dando così ragione a chi immaginava prima dell’inizio del ritiro che il tecnico parmigiano avrebbe adottato questo sistema di gioco, e intervenendo solo sulla composizione dell’attacco per utilizzare al meglio le risorse offensive all’aggiornarsi degli arrivi al Viola Park. Per la precisione: sette partite con il 3-4-1-2 fin dal debutto nell’amichevole in famiglia con la Primavera di Galloppa, tre partite con il 3-4-2-1, infine, 3-5-1-1 in Cagliari-Fiorentina e 3-5-2 in Fiorentina-Napoli. Poi l’inversione a U, non dopo la pausa, ma tra il Napoli e il Como dove è entrato in scena il 4-4-2.
DIFESA. Comuzzo ha favorito l’1-0 del Polissya a Reggio Emilia e spianato la strada al Napoli col rigore su Anguissa al 3′; Pongracic si è arreso di fronte a Hojlund e Addai, Ranieri ha lasciato troppo spazio a Beukema e Kempf sempre su calci piazzati. Alternative? Pablo Marí (scelta di Pioli a luglio e poi subito abbandonata) ha sulla coscienza il pareggio del Cagliari con Luperto al 94′, Viti è ancora da soppesare avendo disputato appena 59 minuti in campionato e Kouadio (classe 2006) intanto si gode il debutto in Serie A a Torino contro i granata. La difesa a quattro, quindi, rimane la vera alternativa, anche se in questo caso il rischio è di depotenziare e limitare Dodo e Gosens.
CENTROCAMPO. Il centrocampo a quattro a supporto della difesa a tre (in tutte le amichevoli e tre delle cinque partite ufficiali fino a domenica scorsa) aveva come base d’appoggio e motivo d’essere la mancanza di un regista di ruolo nel gruppo di Pioli, che l’arrivo di Nicolussi Caviglia (30 agosto) sembrava aver compensato. Fino ad allora ci aveva provato Fagioli, che magari nasce play-maker, ma poi il trascorrere delle stagioni e dei cambiamenti personali e di squadra lo hanno fatto svoltare quasi naturalmente ad essere una mezzala, al massimo una mezzala/regista. Nicolussi Caviglia è rimasto a guardare a Torino, ha disputato 25 minuti con il Napoli già scappato ed è partito titolare con il Como domenica: nel centrocampo a quattro con Mandragora al fianco e Fazzini e Lamptey (poi Fortini dal 22′) esterni, ma per l’ex Venezia ora che Pioli deve rimettere comunque mano alla formazione ci si immagina una Fiorentina col rombo per esaltarne le doti.
ATTACCO. Si diceva del rombo a centrocampo: significa tecnicamente dotarsi di un vertice alto e più prosaicamente nel linguaggio del pallone di un trequartista, un rifinitore, cioè del calciatore che ha estro, inventiva, visione negli ultimi trenta metri di campo, assist e tiro che possa essere il valore aggiunto in attacco di una squadra. Messo lì il numero 10 che illumina e messo nelle condizioni giuste, Kean e Piccoli possono avere un senso che adesso viceversa non hanno, come hanno dimostrato quasi tutta la partita con il Como fino all’uscita dell’ex Cagliari e la ripresa con il Napoli. Con il 3-5-2 la Fiorentina è stata piatta e monocorde, con il 4-4-2 di più. E se rombo non è ed è invece un centrocampo a cinque o a quattro in base alle esigenze contingenti, almeno di un rifinitore se non due questa Fiorentina ne ha bisogno lo stesso per far segnare i propri attaccanti e per non dare punti di riferimento ai difensori avversari.