Belle parole del numero 8 viola all’indirizzo della Fiorentina. Parole non dovute, che hanno colpito per semplicità e genuinità
“E’ bellissimo che Commisso mi abbia tolto dal mercato, mi stimola a dare sempre di più. Diventare bandiera della Fiorentina per me sarebbe un sogno”. Parole e musica firmate Gaetano Castrovilli, nell’intervista concessa ieri al Corriere dello Sport. Premessa: lo stupore è stato tanto, perché per una volta un calciatore si è smarcato dal ‘calcese’ per rispondere con il cuore, in maniera genuina e schietta.
Non eravamo abituati, anche perché Castrovilli non aveva certo bisogno di dichiarazioni d’amore di facciata per portare dalla sua parte la gente. Ha già una città ai propri piedi, pur essendo solo alla prima stagione in Serie A. Alzi la mano chi non lo mette titolare nella sua personalissima Fiorentina del futuro. Non troveremo nessuno, sicuramente. Il punto fermo è lui. Più di Chiesa, più di chiunque altro.
Il suo modo di giocare piace, parecchio. Le sue parole sono una serenata d’amore alla Fiorentina. Nessuno lo ha forzato, quelle parole gli sono venute dal cuore. Timido e spesso anche impacciato di fronte ai microfoni, si è liberato ed ha raccontato il suo sogno.
Il termine ‘bandiera’ nel calcio è morto. Sepolto da anni. Ormai le bandiere non esistono più. Quante volte lo abbiamo detto e scritto? Eppure questo ragazzo pugliese ha conquistato un pezzo di cuore di tutti quelli che hanno fatto del colore viola una ragione di vita. Rachele, fiorentinissima, lo completa alla perfezione ed aggiunge quel tassello toscano che gli mancava.
Resta la mancanza del calcio giocato, per continuare a dimostrare la sua crescita e l’attaccamento a quel giglio sul petto. Che sia fra un mese o la prossima stagione, Castrovilli è pronto ad illuminare di nuovo il Franchi. Adesso lo hanno capito tutti, anche fuori dai confini regionali.
Di
Alessandro Latini