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Castrovilli, Chiesa e Milenkovic: 55 milioni di motivi per dire di no

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I tre gioielli della Fiorentina valevano circa 160 milioni qualche mese fa, adesso poco più di 100. Così i viola non cederanno. Per soldi e per il cuore di Commisso

Juventus, Inter e Napoli e in ogni caso chiunque altro avesse voglia di bussare alla porta della Fiorentina, farà bene a pensarci due volte. Anzi, aggiungerebbe probabilmente Rocco Commisso, farebbe addirittura meglio a risparmiare e tenersi il tentativo di mercato per un’altra volta. Ovvero quando le cose andranno meglio (e il calcio potrà riprogrammare affari folli) o quando la Fiorentina avrà identificato campioni (in questo caso sostituti o eredi) capaci di riempire in fretta il vuoto causato da addii eccellenti. Chiesa, Castrovilli e Milenkovic, insomma – mantenendo la serie dell’ interesse manifestato appunto da Juventus, Inter e Napoli – trascorreranno la prossima lunga estate viola senza distrazioni di mercato, scrive La Nazione.

DA 160 A 105. Se la triplice cessione avesse preso corpo nel qualche mese fa, la Fiorentina avrebbe messo in cassaforte non meno di 160 milioni. Così suddivisi: 80 per Chiesa, 40 milioni per Castrovilli e altrettanti per Milenkovic. Un tesoro enorme che però si scontra forte con la realtà attuale, quella segnata dalla svalutazione con il marchio Covid 19: se in casa viola si decidesse ora di fare un colpo di testa e cedere tutti e tre i gioielli, arriverebbero poco più di 100 milioni. Ad esempio per Chiesa non verrà offerta una cifra che superi i 50 milioni, Castrovilli in attesa di esperienze internazionali non più di 30, per Milenkovic gli analisti di transfermarkt.it assestano il suo prezzo intorno ai 25 milioni.

NO VIOLA. Così, nonostante da Torino si parli di ‘accordo’ tra la Juve e Chiesa, e da Milano Conte continui a mandare messaggi in modo più o meno diretto a Castrovilli, la Fiorentina continuerà a dire no. Se qualcuno dovesse presentarsi a Firenze con un ‘prezzo pieno’ qualcosa potrebbe anche succedere, o almeno si potrebbe parlarne. Ma in quel caso ci sarebbe da lottare anche con il cuore di Commisso. E questa è davvero tutta un’altra storia, conclude il quotidiano.

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