Ieri è tornato alla ribalta il caso Suarez-Juventus. La Gazzetta dello Sport in edicola stamani ipotizza i rischi che corre il club bianconero
La procura della Federcalcio non ha ancora ricevuto le carte dell’inchiesta di Perugia. Nelle prossime ore il suo capo Giuseppe Chinè tornerà a chiederle per riempire il fascicolo già aperto a settembre. Rispetto ad allora, lo scenario si è modificato: la presenza fra gli indagati del direttore sportivo juventino Fabio Paratici – seppure per l’ipotesi di false dichiarazioni – e dell’avvocato Maria Turco, alza l’asticella delle possibili responsabilità del club. Resta sempre l’oscillazione fra l’articolo 4 e l’articolo 32 del Codice di giustizia sportiva. Nella prima fase istruttoria, sembrava che il primo prevalesse sul secondo, ora non c’è più questa certezza.
I due articoli. L’articolo 4 è il vecchio articolo 1, quello che richiama tutti i tesserati a osservare i «principi della lealtà, della correttezza e della probità, in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva». L’articolo 32, introdotto dopo lo scandalo di Passaportopoli, è invece un reato sportivo specifico e punisce tutti coloro che «compiano direttamente o tentino di compiere ovvero che altri compiano atti volti ad ottenere attestati o documenti di cittadinanza falsi o comunque alterati al fine di eludere le norme». Fra l’uno e l’altro cambia parecchio in termini di pene. Nel primo caso tre delle quattro possibilità sanzionatorie riguardano ammende e diffide, e solo l’ultima contempla uno o più punti di penalizzazione. Nel secondo, oltre ai punti di penalizzazione, c’è il rischio di retrocessione o di esclusione dal campionato. Parliamo ovviamente di ipotesi estreme. In ogni caso, il passaggio da «mancata lealtà» ad «alterazione» sposterebbe molto il quadro dell’eventuale processo sportivo. (…)

Di
Redazione LaViola.it