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Caso Gonzalez, Barone e Italiano duri con Nico. A gennaio che succede?

Gonzalez

Il dg e il tecnico viola alimentano i ‘sospetti’ sull’argentino, pronto ad andare al Mondiale ma in campo per il 19% dei minuti con la Fiorentina

Dieci partite giocate su 23 a disposizione, solo 3 da titolare e solo 2 per intero (Hearts e Lecce). Con un minutaggio che parla chiaro: appena 389′ disputati sui 2070 disponibili, ovvero il 19%. Così Nico Gonzalez ha chiuso i primi tre mesi del 2022/2023 con la Fiorentina, risultando il 22° giocatore a disposizione di Italiano per minuti giocati. Meno di lui hanno giocato solo Ranieri, Benassi, Nastasic, Zurkowski, Bianco e Distefano. Eppure l’argentino, che da giorni si allenava con i compagni, è atteso in queste ore in Qatar per partecipare al Mondiale. Un fatto, quello degli acciacchi continui e del poco contributo alla causa viola, che ha indispettito e non poco i tifosi nelle ultime settimane, alimentando sospetti.

SENZA IL PIU’ FORTE. Sospetti nei fatti confermati da società e allenatore a San Siro. Ultimo atto del 2022 viola, ancora senza Gonzalez. Il giocatore più pagato della storia viola, quello in teoria capace di cambiare le sorti della squadra. I numeri anche in questo caso parlano chiaro, perché nei soli 389′ giocati Nico ha segnato 4 gol, uno ogni 97′. Decisivo per il passaggio del turno con il Twente in agosto, puntuale nel chiudere la partita con il Verona. Nonostante sia stato spesso a ‘scartamento ridotto’ o con una condizione fisica deficitaria. Insomma, a discutere le qualità del giocatore si fa fatica, tanto che con ogni probabilità sarà tra i protagonisti dell’Argentina in Qatar. Mica l’ultima Nazionale, ma quella che ha vinto pochi mesi fa la Copa America e si presenterà alla rassegna tra le favorite assolute.

TALLONE E COSCIA. Del resto, Nico è tra i fedelissimi di Scaloni, che tanto lo ha voluto anche all’ultimo raduno di settembre, quando volò negli Stati Uniti nonostante fosse ancora in precarie condizioni. Di fatto l’attaccante viola non giocò e si allenò anche poco, tornando e saltando la sfida di Bergamo contro l’Atalanta. E se in origine fu “un problemino al tallone, gli dà fastidio. Un giorno sembra superato, poi il dolore torna”, come specificò Italiano, poi è stato un infortunio muscolare alla coscia, accusato in avvio contro l’Inter, a fermare Gonzalez. Anche se la Fiorentina confermò l’esclusione di qualsiasi lesione a livello muscolo-tendineo. Era il 22 ottobre, sembrava cosa da poco. Ma in tre settimane l’argentino non ha più rivisto il campo. Almeno quello da gioco per le partite ufficiali. Solo allenamenti.

IL CARICO DI BARONE. La Fiorentina nel frattempo ha ripreso a vincere (pur fermandosi in modo rocambolesco a San Siro), ma il caso è rimasto. Barone ci ha messo il carico ieri sera da Milano, a domanda precisa: “In tutto il calcio europeo e in particolare qui in Italia ci sono ragazzi che hanno avuto tanti infortuni e stanno passando un periodo delicato. Ci sono quelli che mentalmente e fisicamente sono qui e poi ci sono quelli che fisicamente sono qui e mentalmente stanno pensando al Mondiale”. Parole chiare, messaggio neanche troppo velato a chi evidentemente con la testa era altrove. Forse già da tempo. “Abbiamo avuto tanti infortuni, abbiamo passato un periodo molto difficile, però faccio i complimenti ai nostri ragazzi per tutto il lavoro che hanno fatto. A quelli che sono qui e hanno la mente qui faccio i complimenti”, ha aggiunto il direttore generale viola.

LA CONFERMA DI ITALIANO. Insomma, la distanza tra Gonzalez e il club pare evidente. Tutti quei ‘sospetti’ probabilmente erano fondati, anche se nessuno si è mai apertamente espresso. Prima di ieri. Quando anche Italiano, dopo la partita, ha rincarato: Le parole di Barone su Gonzalez? Condivido il fatto che quando un calciatore non è a disposizione non è solamente per un problema fisico. Se qualcuno mentalmente non è al 100%, se non si sente di dare supporto alla squadra è come se fosse infortunato. E’ questo il discorso”. L’allenatore ha poi aggiunto in conferenza: “Non si è solamente indisponibili per infortuni muscolari, quando qualcuno mentalmente non è al 100% e non è presente è come se fosse infortunato. Questo è quello che è accaduto”, rispondendo su Nico. Anche in questo caso parole chiare, che fanno forse anche più rumore perché vengono da quello che è considerato il ‘timoniere’, il ‘garante del gruppo’. Evidentemente anche nello spogliatoio la situazione non è stata vissuta benissimo.

IL PIU’ COSTOSO. In tutto questo, ovviamente, manca la versione del diretto interessato. Di Gonzalez. Chissà se ne parlerà dal Qatar, dove sarà già da oggi per unirsi a Messi, Di Maria e gli altri. Senz’altro è vero che in questi mesi non è stato al 100%, ma forse qualche volta avrebbe potuto fare qualcosa in più per aiutare una Fiorentina in difficoltà. Quel club che lo ha pagato oltre 25 milioni nell’estate 2021 e che gli corrisponde uno stipendio da circa 1,8 milioni di euro a stagione. Leggendo tra le parole di direttore generale e allenatore, forse in diversi la pensano così. Certo, c’è da dire che in tanti, in Italia e in Europa, hanno accusato nelle ultime settimane una sorta di ‘sindrome da Mondiale’. Ad esempio Mourinho ha accusato senza mezzi termini Abraham, poi rimasto perfino fuori dall’Inghilterra, rincarando ieri sera: “Ci sono milioni di bambini che vogliono arrivare, arrivano in pochi. Sono privilegiati. Servono motivazioni per prendere lo stipendio?”. Ma mal comune non è mezzo gaudio, e in casa viola la situazione è evidentemente parecchio sentita.

VETRINA MONDIALE: E POI? Insomma, il caso è aperto, direttamente dalle parole di Barone e Italiano. Ora il Mondiale, vetrina di lustro per Gonzalez e l’Argentina. Poi però ci sarà il ritorno a Firenze, una seconda parte di stagione all’orizzonte, un contratto fino al 2026. E un giocatore che resta sulla carta il più importante di questa Fiorentina. Che fare, quindi? Servirà senz’altro un confronto, con la società, con l’allenatore, con lo spogliatoio. Qualcuno parla già di possibile addio a gennaio, specie in caso di ottime prestazioni in Qatar. Nonostante le indubbie qualità tecniche del giocatore e un tafazzismo che potrebbe ripetersi ad un anno di distanza. Di sicuro c’è una situazione da risolvere, un nodo che non sarà forse semplice da sciogliere.

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