Ha vinto una battaglia ma non la guerra il 18enne nordcoreano Choe, con la sentenza della Figc che ha riconosciuto valido il contratto che la Fiorentina aveva firmato ma non depositato, decidendo poi di non confermare il ragazzo. Il legale del giocatore ha annunciato l’intenzione di chiedere il reintegro in rosa, il club non vuole accontentarlo, e lo ha fatto sapere con un duro comunicato. «ACF Fiorentina prende atto delle decisioni del Tribunale Federale Nazionale [..] ma resta convinta delle proprie ragioni in merito all’invalidità del contratto con il giocatore, riservandosi l’impugnativa di tale decisione non appena avrà preso visione delle relative motivazioni. Nel frattempo, riconfermiamo che Song Hyok Choe non giocherà nelle squadre di ACF Fiorentina per questioni sia contrattuali che legate a valutazioni tecniche. ACF Fiorentina procederà quindi cautelarmente a risolvere il rapporto di lavoro dichiarato valido dal TFN».
Risoluzione? La questione rimarrà in sospeso fino al rientro in Italia del giovane attaccante, che sarà impegnato in Corea del Nord con la Nazionale Under 20 per almeno due settimane. Facile che, terminata la battaglia legale, si valuti una transazione per risolvere il contratto: tre anni, al minimo federale, poco meno di 1.500 euro al mese. L’interrogazione parlamentare che aveva sollevato il caso non ha ricevuto risposta, ma l’ipotesi che lo stipendio del ragazzino finisse per finanziare la dittatura fa quantomeno sorridere.
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Redazione LaViola.it