Rassegna Stampa
Casasco: “Il protocollo anti Covid nel calcio va rivisto. Tampone a 24 ore dalla partita”
Il presidente della Federazione Medico-Sportiva ha parlato della situazione nel calcio con i nuovi positivi al covid
“Avevamo lanciato l’allarme già due settimane fa. Il protocollo anti Covid del calcio va rivisto alla luce delle previsioni. Noi speriamo che la situazione possa migliorare, ma può anche peggiorare“. Maurizio Casasco, presidente della Federazione Medico-Sportiva e consigliere indipendente della Lega di Serie A, è convinto che le modifiche possano essere il prodotto di un’autoregolamentazione del calcio. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
Casasco, si può creare una bolla modello Nba?
“Non credo. Una bolla vera però può aiutarci in caso di positività e questo potrebbe evitare interventi differenti delle Asl. Sono i club stessi che dicono: non possiamo andare a casa, ci chiudiamo in una struttura unica e usciamo solo per allenarci e per giocare le partite. Per arrivare fino in fondo si può pure fare qualche sacrificio“.
Il problema, però, sembra di intervenire prima, non dopo.
“E qui si pone un problema di frequenza dei test“.
Ridurre i tamponi è stato un errore?
“Fare un controllo a 48 ore della partita non ti assicura che sia superato il tempo della possibile incubazione. Così il rischio è che il test del venerdì non ti possa garantire che alla domenica il soggetto non possa infettare qualcun altro. La mia proposta è: test antigienici ogni 2 giorni e il tampone RNA virale a 24 ore dalla partita. In attesa che siano validati quelli sulla saliva“.
Si ha quasi la sensazione di un accerchiamento del calcio.
“Bisogna andare avanti e alzare le difese: abbiamo abbassato la guardia, nel Paese e probabilmente nel calcio. Intanto io renderei obbligatorio per i calciatori scaricare la app Immuni: sarebbe anche un bell’esempio per tutto il Paese“.
Sotto accusa ci sono anche gli spogliatoi.
“Gli spogliatoi, le docce: in quei luoghi non deve entrare nessuno, neanche un dirigente o quello che fa le statistiche. Credo che serva comunque una task force legale e sanitaria della Lega pronta a intervenire in ogni emergenza“.