Parlare di Fiorentina in un momento del genere può alleggerire una situazione drammatica. Ma non al bar: serve un sacrificio da parte di tutti
Tutti fermi. Non può essere altrimenti, non c’è altra soluzione. Diciamo la verità: gran parte di noi aveva sottovalutato l’effetto drammatico che avrebbe potuto generare l’epidemia di Coronavirus nel nostro paese. Adesso ne paghiamo le conseguenze, ed è difficile concentrarsi su altro in un momento del genere. Certo, i tifosi viola non arrestano il proprio amore per la Fiorentina, ma la situazione impone ben altre priorità.
Tuttavia, l’inedia che colpisce chi sta a casa e la paura di tutto un popolo rendono necessario ora più che mai delle valvole di sfogo alternative alla questione Coronavirus, e non c’è niente di meglio che discutere di pallone e della squadra viola. L’importante è non parlarne al bar. L’unica cosa che conta ad oggi è attenersi alle direttive statali e restare a casa, se non per gravi esigenze lavorative o di salute. Lo ha ribadito ieri anche la Fiorentina, che si è unita al coro di tanti personaggi del mondo del calcio lanciando un appello che, ci si augura, non cada nel vuoto.
Per fortuna, c’è la community di LaViola.it dove poter discutere animatamente della recente multa a Commisso (ma Nicchi invece non ha esagerato?), della questione stadio, delle sorti del campionato italiano, delle questioni della Fiorentina attuale e di quella che verrà costruita in estate. Nei prossimi giorni il nostro portale non lesinerà contenuti che possano generare dibattito nei cuori viola.
Tutto passa, certo. Ma oggi, nell’ora più buia –come l’ha definita il Premier Conte citando il suo più illustre collega del passato Churchill–, è davvero complicato parlare di calcio e di Fiorentina. E allora, visto che ieri per le vie di Firenze e dintorni si aggiravano ancora troppe persone, non resta che ribadire a tutti i tifosi viola il solito ritornello, che ancora non è entrato nella testa di tutti quanti. Restate a casa. Per favore.
Di
Marco Zanini