Il numero 1 dell’antidoping Figc spiega la via per poter ricominciare a giocare: “Zero rischi, e chi ha contratto il virus…”
Il Professor Capua, n.1 dell’antidoping Figc, parla così al Qs – La Nazione sulla possibile ripresa del calcio in Italia: «Vedremo cosa decideranno le comunità scientifiche e quali saranno i coefficienti di rischio. Il mio auspicio, quando i calciatori ricominceranno ad allenarsi, è che si proceda a ‘contagio zero’, senza alcun rischio. Poi ci sarà da intervenire su coloro che hanno contratto il virus o sono risultati asintomatici. Chi ha contratto il Covid-19 o è asintomatico dovrà effettuare non solo il tampone, ma test completi per ottenere nuovamente l’idoneità sportiva. Si dovrà accertare la scomparsa della positività perchè un conto è essere guariti e un altro è esserlo ma risultare positivi e dunque in grado di trasmettere il virus. E il medico che firma l’idoneità potrà decidere se effettuare esami a sua discrezione per azzerare tutti i rischi. Questo è un aspetto fondamentale».
ALTRI ESAMI. «Si parla di atleti e aldilà del virus, il medico sportivo deve avere certezza attraverso gli esami strumentali che il contagio o la positività al Covid-19 non abbiano prodotto complicazioni. Esami che si affiancheranno alle linee guida che arriveranno della Federazione. Dal punto di vista della preparazione scientifica la Figc è a livelli elitari».
RITIRO. Squadra blindata in ritiro? «Se l’obiettivo è chiudere la stagione io dico di sì. La definirei clausura ‘attiva’, acquisendo la certezza che il ritiro sia una ‘clean zone’ con la sanificazione sistematica di ogni luogo frequentato dai giocatori». Quindi niente contatti con i familiari? «Difficile immaginarne, se non a distanza, come stiamo facendo tutti noi in questi giorni complicati e di grande sacrificio». E per le trasferte? «Si dovrà creare una sorta di tunnel virtuale di sicurezza per le trasferte. E non solo: oggi in Commissione federale chiederò che tutti gli addetti ai lavori, dai miei ispettori dell’antidoping fino agli ispettori federali e di Lega, siano tenuti ad esibire un certificato di negatività al virus prima di entrare in contatto con le squadre. Dovrà esserci tutela sanitaria assoluta»
TOUR DE FORCE. Se si ripartirà, i giocatori dovranno giocare 12 partite in 45 giorni: «I calciatori hanno scoperto una novità: la preparazione in casa. Posso garantirle che si allenano tutti i giorni via Skype o simili con i loro preparatori e non è vero che sono stati fermi. E’ però vero che hanno svolto attività inconsueta, perchè una cosa è correre sui campi e una è sul corridoio di casa o sul tapis roulant. Paradossalmente, non potendo concedersi distrazioni di alcun tipo, dal punto di vista mentale sono concentrati sull’obiettivo ai massimi livelli. E poi parliamo di atleti giovani nel pieno delle forze, in grado di abituarsi rapidamente alle novità. Quando torneranno a correre sull’erba avremo certezze assolute, ma in ogni caso lo faranno dopo due settimane di allenamento in ritiro. I giocatori dovranno considerare, se si ripartirà, questi 45 giorni di calcio estivo come un Mondiale, senza avere lo stress del Mondiale, che logora nervi, testa e fisico più del campionato».
Di
Redazione LaViola.it