Bisogna approfittare dei blackout del Milan. Chi può deciderla? Non importa. Basta che qualcuno corra di nuovo verso la telecamera e, vuole, dichiari amore a chi gli pare
A girarsi indietro, se ne ricordano tante di belle giornate in quel di San Siro milanista, scrive Stefano Cappellini sulle pagine di Repubblica. Il blitz firmato Baggio, unico inciampo in campionato del primo invincibile Milan di Arrigo Sacchi, la superba doppietta di Batistuta in Supercoppa (“Irina ti amo!”, urlato alla telecamera), i tre fischi nell’anno del titolo d’inverno e ancora, più di recente, i successi firmati da Chiesa e Ribery. […]
Il Milan di oggi è un cane pazzo, a volte le prende pure dai barboncini e a volte sa azzannare anche razze di taglia grossa. Quanto a pazzia, la Fiorentina non è da meno: come altro definire una squadra che stende Juve, Inter, Atalanta, Milan, Lazio, Roma e poi fa un punto su sei con il Monza […]? C’è una differenza, però, tra le loro follie e le nostre: la Fiorentina, in fondo, è vicina a dove voleva essere, il Milan no, ne è lontanissimo e non basterà il pareggio di Coppa Italia a rendere meno teso uno stadio dove i rossoneri ultimamente hanno preso più fischi che applausi.
Bisogna approfittare dei loro momenti di blackout, che non mancano mai, e contenere le loro fiammate. Chi può deciderla? Non importa. Basta che qualcuno corra di nuovo verso la telecamera e, se vuole, dichiari amore a chi gli pare.
Di
Redazione LaViola.it