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‘Capire chi è da Fiorentina’: primi mesi con Pioli, promossi e rimandati

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“Stiamo gettando le basi per il futuro”, “Stiamo costruendo una Fiorentina che tornerà in Europa”, “Non sarà una stagione piena di successi, dal prossimo anno torneremo competitivi”“Il progetto è chiaro”, “Lavoriamo per capire chi è da Fiorentina”. Parole e motivi che si sono alternati negli ultimi giorni, per bocca di Corvino, Pioli e Antognoni. In breve: sarà un’annata di transizione, con la Fiorentina a navigare a metà classifica e provare a togliersi qualche soddisfazione qua e là, magari alla rincorsa di quel settimo posto che vorrebbe comunque dire Europa.

Quel settimo posto che, adesso, dista comunque due punti. Dopo aver strappato il pareggio contro la Lazio (per la prima volta non è arrivata una sconfitta contro una big), qualcosa di positivo da cui ripartire. Già, ma in questo processo di costruzione, guardando a lungo raggio c’è anche da capire ‘chi è da Fiorentina’. Chi, insomma, può stare in una Fiorentina che vuole puntare nel medio periodo all’Europa. Perché è questa la linea tracciata, per bocca dei ‘garanti’ del percorso viola, al netto di una proprietà ancora assente da Firenze. “Terzini? Proveremo a muoverci a gennaio, anche se per esperienza so che in quella sessione di mercato non sarà facile trovare le soluzioni giuste”, ha detto Corvino. “Nel corso delle prossime sessioni di mercato ci sarà la possibilità di migliorare la squadra”, ha ribadito Pioli. Aggiungendo: “Quest’anno servirà molto per capire i giocatori che saranno i tasselli importanti sui quali puntare per il futuro”.

Dopo i primi mesi di lavoro, e 14 partite di campionato, si possono tracciare i primi bilanci. Così come stanno facendo di questi tempi allenatore e uomini mercato. In una squadra che complessivamente non ha certo entusiasmato fin qui. Difesa che balla, centrocampo e attacco con poca qualità. Il blocco-base lo offre Pioli con le sue scelte domenica dopo domenica: Sportiello, Pezzella, Astori, Biraghi, Badelj, Veretout, Benassi, Chiesa, Thereau, Simeone. Tra questi, però, diverse incognite per il medio-lungo periodo: Sportiello-Pezzella verranno riscattati, Biraghi si prende sempre la maglia da titolare anche perché senza vera concorrenza, Badelj va in scadenza e difficilmente rinnoverà per la prossima stagione, mentre Thereau ha 34 anni: quanto potrà durare a fare il titolare a questi livelli? Per i vari Veretout, Benassi, Simeone (ed anche Chiesa), normale aspettarsi una crescita singola e con la squadra. Anche perché sono stati fatti investimenti importanti, ancora non del tutto ripagati. Come terzini destri ci sono poi Laurini e Gaspar, che si dividono il minutaggio stagionale: il primo difende ma non attacca, il secondo attacca ma non difende. Non siamo a livelli eccelsi, insomma, per una Fiorentina che vuole tornare in Europa, ma per metà classifica può andare.

Tra le alternative, Gil Dias con i suoi 21 anni ha margini di crescita e un anno e mezzo di tempo per convincere, anche se è difficile ad ora pensare che possa arrivare a valere i 20 milioni di euro di diritto di riscatto. È rimandato, così come Vitor Hugo, costato 8 milioni ma fin qui chiuso da Pezzella, e Riccardo Saponara, uno che potenzialmente può dare quel qualcosa in più dalla trequarti in su, ma finora non è mai stato al top.

Rimandati anche i tanti giovani finora praticamente inutilizzati (da Milenkovic a Lo Faso, da Hagi a Zekhnini, fino a Dragowski), mentre parentesi a parte meritano alcuni giocatori più ‘navigati’. Babacar attira i soliti interrogativi: puntarci o cederlo? Contratto da 1,4 milioni netti, valore sugli 8-10 milioni, mai partito titolare finora. Pioli gli darà una chance dall’inizio? In caso contrario, la Fiorentina può permettersi una riserva di lusso così onerosa? E Babacar, dopo aver rifiutato le varie offerte di mercato, può permettersi di restare l’eterno dodicesimo? Interrogativi che ballano tra le parti in causa, e che potrebbero aprire nuovi scenari a gennaio o a giugno. Poi Eysseric: cercato, fortemente voluto e aspettato per settimane durante l’estate, non è praticamente mai stato decisivo fin qui. Ne è riuscito ad incidere più di tanto. È indietro nelle gerarchie di Pioli, di sicuro il tecnico e Corvino si aspettavano di più.

Carlos Sanchez è invece al momento il jolly di centrocampo, unico che dà certe caratteristiche specialmente a gara in corso. E pedina importante in caso di passaggio alla difesa a tre. Nella rosa insomma ci può stare. Mentre destinati a partire già a gennaio sono Maxi Olivera e Cristoforo. Il primo, erede di Alonso costato oltre 5 milioni, non ha mai giustificato le promesse fatte da Corvino: non sarà facile trovare giusta collocazione. Il secondo, invece, non ha rispettato le premesse dal suo arrivo dall’Euro-Siviglia. E a centrocampo, per Pioli, serve qualcosa di diverso come alternativa ‘seria’ al trio titolare. Il procuratore di entrambi ha già fatto capolino in sede viola negli ultimi tempi.

In entrata, invece, le priorità di gennaio sembrano proprio essere un terzino mancino e un centrocampista. Per il resto, si cercherà di dare fiducia al blocco costruito in estate. Per capire, forse, ‘chi è da Fiorentina’. Semmai, qui, può nascere un ulteriore interrogativo: è normale, con oltre 70 milioni di euro spesi, aspettarsi una Fiorentina ‘da transizione’, senza puntare subito ad essere competitivi?

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