L’analisi del momento difficile del calcio italiano,che rischia di non andare ancora al Mondiale, da parte dell’ex allenatore Fabio Capello
Di nuovo Italia non al Mondiale? “Sarebbe un nuovo record – dice sconsolato Fabio Capello alla Gazzetta Dello Sport -. Ma non ci voglio nemmeno pensare a un altro Mondiale senza azzurri. E per giunta dopo un Europeo che definire sotto tono è un eufemismo”.
“Io dissi che mi ero vergognato dopo la netta sconfitta con la Svizzera e posso ribadirlo ora. Eppure Luciano Spalletti aveva ammesso gli errori fatti e qualcosina sembrava essere migliorato nel post Europeo. Invece, rieccoci qui, un’altra volta caduti in basso. E quando ci facciamo gli esami di coscienza è sempre troppo tardi”.
Spalletti in bilico? “Credo sia normale considerarlo almeno in una posizione difficile. Una volta in Italia, quando facevi male una grande competizione, che fosse il Mondiale o l’Europeo, andavi a casa. Ora, invece, nessuno dà più le dimissioni”
Crisi calcio italiano? “Non mi stupisce. Se nei settori giovanili, al posto di incentivare qualità e fantasia, si chiede ai ragazzi di seguire gli schemi, tenere il possesso palla, appoggiarsi al portiere, ma dove vogliamo andare… Mi consenta di dire che abbiamo preso il lato peggiore del “guardiolismo”. I nostri centrocampisti non si girano mai verso la porta avversaria, mentre gli altri guardano sempre in avanti e hanno una velocità di esecuzione che noi ci sogniamo. Ce lo ha detto anche la finale di Champions. Si deve cambiare mentalità nei vivai, perché la povertà di talento è qualcosa di preoccupante e non può essere solo un problema generazionale, ma di metodo, come abbiamo detto. E poi far giocare di più i nostri giovani in prima squadra. Fosse per me, obbligherei le squadre di Serie A a schierare almeno tre italiani nell’undici titolare in tutte le partite”.
Di
Redazione LaViola.it