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Il candidato: Bati e quel sogno di tornare a Firenze da dirigente

Batistuta

Da Festival dello Sport, Batigol esce allo scoperto: “Sogno di diventare il Maldini della Fiorentina, ma per ora non mi hanno dato la possibilità”

L’edizione odierna del Corriere Fiorentino ripercorre l’intervento di ieri di Gabriel Omar Batistuta sul palco dell’auditorium Santa Chiara, per il Festival dello Sport di Trento organizzato da La Gazzetta dello Sport. Mi sento italiano – osserva Batigol-. Firenze è casa mia, lì ho gli amici e ci ho lasciato anche le caviglie“, afferma scherzando. E la Fiorentina gli è rimasta, inevitabilmente nel cuore. Talmente tanto da convincerlo a rilanciare una candidatura nemmeno tanto velata, dopo il contatto con Commisso conclusosi con un nulla di  fatto anni fa: “Oggi allevo mucche. Ma sono abbastanza inquieto, ho il desiderio di aiutare una squadra a crescere. Per ora non mi è stata data la possibilità, ma sono pronto“.

COME MALDINI O ZANETTI. Il suo sogno sarebbe ripercorrere i passi di Maldini al Milan, o di Zanetti all’Inter: “Ammiro Javier per la sua carriera. L’Inter lo tratta come va trattato. Ogni club ha bisogno di una guida, di uno che insegni cosa significhi indossare quei colori“.

LA CARRIERA.Ho iniziato tardi a giocare il mio primo vero allenamento è stato a diciotto anni. Ero indietro fisicamente rispetto agli altri. Ma facevo gol. Non sono mai andato ad un allenamento per divertimento, ma solo per imparare“. La crescita, rapida, è passata per il River, il Boca Junior. E poi l’Italia, a Firenze: “All’inizio ho fatto fatica, ho pensato che questo tipo di calcio non facesse per me. Poi la situazione è migliorata. La gente si è divertita. Arrivai con i capelli lunghi, sembravo un indiano. Ma nessuno mi disse che quella pettinatura non mi stava bene“.

Dopo Firenze, il passaggio alla Roma: “A quel punto non ero più uno sconosciuto. Avevo consapevolezza delle mie capacità. Il gol contro la Fiorentina? Siamo professionisti, prima di tutto. In quella partita ho lasciato i sentimenti da parte“. Un rimpianto della carriera di Batigol è l’Inter: “L’unico rammarico è non esser riuscito a ripagare la fiducia di un gran presidente, di un signore come Massimo Moratti. Sono arrivato all’Inter troppo tardi. Però ho consigliato di comprare Lautaro. E mi sono tranquillizzato“.

MONDIALI.Per l’Argentina può essere la volta buona. L’importante è il percorso, non solo la vittoria. Io ho perso molto: la sconfitta è una buona consigliera. Anche se quelli intelligenti imparano anche dalle vittorie“.

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