La gara col Napoli lascia diversi dubbi sulla Fiorentina. Suonano campanelli d’allarme. Problemi da risolvere, in fretta
Fossero solamente i 2 punti rimediati in 3 partite il problema…I campanelli d’allarme suonano roboanti in casa Fiorentina. Per carità: è presto, c’è tempo, non è il momento dei processi, ci vuole pazienza etc etc. Detto ciò, sono molti gli aspetti su cui è necessario porre correttivi, urgenti.
GENERALI. Questa squadra viaggia a velocità ridotta rispetto agli avversari. Sia col pallone che senza. Lo si è visto a tratti col Cagliari, col Torino e col Napoli. Finisce spesso anticipatamente e troppo facilmente la benzina. Molti singoli non sembrano avere le doti tecniche e atletiche per fare quello che gli viene chiesto. In nessuna delle tre gare giocate la Fiorentina ha raccolto meno di quello che avrebbe meritato, anzi. Neppure nelle due gare di Conference contro il modestissimo Polissya, dove il vantaggio dell’andata poteva essere più ridotto, con un ritorno orribile, ma comunque raddrizzato nel finale.
DIETRO. 5 partite ufficiali giocate, 6 gol subiti. Non proprio un disastro, ma quanti potevano essere se non ci fossero stati miracoli su miracoli di De Gea? Solamente il Toro ne avrebbe potuti fare due, il Napoli altri 3-4. Comuzzo ha commesso errori su errori dimostrandosi confuso, svagato e atterrito dal dover fare cose che non ha nelle corde. La costruzione dal basso, l’impostazione e il gioco coi piedi non sono il suo forte, c’è poco da fare. Anche Ranieri non ha brillato su questi fondamentali, tanto da essere sostituito all’intervallo a Cagliari per ‘scelta tecnica’. Ai due centrali Pioli chiede di giocare ‘uomo su uomo’. Questo comporta un enorme dispendio di energie. Aspetto che Ranieri sta soffrendo sin dalle amichevoli estive, come quella con la Japan University in cui a metà gara era già senza energie. E lo si è visto pure col Napoli, nonostante il gol. Le imbucate difensive sono state autostrade per gli uomini di Conte. L’uno contro uno dietro non sta funzionando, quasi mai. Pongracic non è riuscito mai una singola volta ad avere la meglio di Hojlund.
IN MEZZO. Fagioli inizia ad essere un problema. Non crea, non costruisce, non ha l’interdizione nelle corde e sembra in costante ed evidente difficoltà. A due o a tre. La speranza è che con Nicolussi Caviglia la manovra in mezzo al campo si velocizzi e concretizzi in qualche trama di gioco decente. Mandragora, gol col Cagliari a parte, è tornato quello trasparente del pre-exploit del secondo semestre dell’anno scorso, Sohm non sembra quel ‘polpo’ che garantisca recuperi e dinamismo in mediana per cui è stato preso. In sostanza, in mezzo al campo, sembrano mancare il centrocampista di personalità, quello di costruzione e quello fisico di interdizione. I meccanismi andranno migliorati. Probabilmente servirà un po’ di tempo, ma non è detto che ciò dia esiti positivi. Gosens e Dodo continuano ad accendersi solo a sprazzi. Nel loro caso pare un problema di condizione. La speranza è che si tratti solamente di una fatica da carichi di lavoro pesanti ancora da smaltire.
DAVANTI. Non sempre giocare con più attaccanti (ad esempio rispetto all’unico attaccante che schierava spesso Palladino) garantisce più reti. A Cagliari hanno giocato Kean e Gudmundsson, a Torino Gudmundsson alle spalle di Kean e Piccoli, col Napoli Dzeko-Kean nel primo tempo e Kean-Piccoli nel secondo. Gol segnati dagli attaccanti? 0. Fin qui hanno segnato solamente Mandragora e Ranieri. Moise Kean si è divorato nelle prime tre gare di Serie A almeno 2-3 gol non da Kean. Basta guardare gli xG, che parlano di -2,16. Piccoli ha sbagliato almeno 3 opportunità da gol, di cui 2 importanti. Il più brillante è stato Fazzini, nel subentro col Napoli e col Polissya. Questa verve andrebbe sfruttata maggiormente. Dzeko non sembra avere il passo per giocare ad altissimi livelli, va sfruttato in altro modo e non chiedendogli di fare il centrocampista come spesso ha fatto col Napoli.
SOLUZIONI. Campanelli d’allarme che suonano ovunque, insomma. Per carità: è presto, c’è tempo, non è il momento dei processi, ci vuole pazienza etc etc, come da premessa. Ma per quelle che erano le aspettative e le parole ‘trionfalistiche’ dei protagonisti, si può tranquillamente dire che ‘ci si attendeva di più’, già ad oggi. Anche e soprattutto da Pioli, a cui è affidato il compito di trovare soluzioni. E di farlo in fretta.
Di
Gianluca Bigiotti