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Campanelli d’allarme e nubi da scacciar via in fretta. Col Cagliari esigenza assoluta di reagire, tornando a giocare da Fiorentina

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Campanelli d’allarme e nubi da scacciar via in fretta per la squadra viola. Col Cagliari esigenza assoluta di reagire, tornando a giocare da Fiorentina

C’è un solo modo per buttarsi alle spalle la bruttissima serata di Venezia per la Fiorentina: battere il Cagliari. Possibilmente convincendo, tornando a fornire prestazioni come quelle viste sino alla partita in Laguna.

Quella vista al Penzo, infatti, non ha avuto niente a che vedere con le prestazioni messe in campo in tutte e sette le precedenti giornate di campionato. Non si è visto ritmo, idee e velocità che avevano contraddistinto la Fiorentina targata Italiano. Sia nelle vittorie che nelle sconfitte, infatti, la squadra viola aveva comunque fornito indicazioni di tutt’altra natura rispetto alla squadra che a Venezia non ha mai dato la sensazione di poter vincere prima, o raddrizzare poi, la gara.

CAMPANELLI D’ALLARME. Diverse le cose che non hanno funzionato al Penzo, molte concatenate tra loro. Se ti schieri ‘alla Italiano’, con mezz’ali sulla trequarti, difesa alta ed esterni difensivi altissimi, ma non tiri praticamente mai in porta, finisci per essere solamente sbilanciato. Se in alcune gare era mancata concretezza in fase di conclusione, come contro l’Inter, a Venezia alla Fiorentina è mancata anche la creazione dei presupposti per far male all’avversario. La velocità di manovra, inoltre, non è stata neanche paragonabile a quella solita, anche in virtù di alcune scelte di formazione altamente rivedibili da parte di Italiano (Amrabat in regia su tutti, oltre a Nico Gonzalez out). Tra i campanelli d’allarme, oltre alla sterilità offensiva e al drastico calo di ritmo, ci finisce anche il clima di nervosismo evidenziato da diversi singoli nei confronti di altri compagni, elemento che non si era mai percepito prima, da non sottovalutare assolutamente. Uno dei punti di forza di alcune prestazioni della Fiorentina, infatti, era stata proprio la grande compattezza e lo spirito di sacrificio per il compagno messi in campo fin qui, come a Udine o contro l’Atalanta. Al di là dei singoli, con diversi calciatori viola che hanno steccato completamente a Venezia, è stata tutta l’orchestra della Fiorentina a non girare come nelle precedenti uscite.

RIPROVE. Tante, dunque, le nubi da scacciar via in fretta per Italiano. La gara col Cagliari di domenica può già essere uno snodo importante della stagione viola: in caso di altra prestazione come quella di Venezia, infatti, quei campanelli d’allarme sopra citati potrebbero assumere toni più preoccupanti. La speranza, o meglio l’esigenza, è che quella via che aveva trovato la Fiorentina prima della gara di Venezia venga ritrovata immediatamente, già da domenica, e che il passo falso del Penzo resti solamente una battuta a vuoto piuttosto che l’inizio di un cammino di (preoccupante) regressione. Il tutto al netto della situazione Vlahovic, che ormai è già esplosa e che costringe il serbo a dare, al pari di tutta la Fiorentina, risposte immediate sul campo con prestazioni di ben altro tenore rispetto a quelle fornite di recente. Domenica, al Franchi, la riprova.

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