Editoriali
Dal Chiesa ‘non sta bene fisicamente e mentalmente’ a Ribery che predica nel deserto. Tutto è cambiato, per non cambiare nulla
Rispetto all’andata tra Hellas Verona e Fiorentina, in casa viola molto è cambiato, quasi niente. C’è un altro allenatore. C’è Ribery che predica nel deserto tecnico, e un Chiesa ‘mentalmente non al meglio’.
“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. Deriva da qui, dal Gattopardo, il ‘cambiare tutto per non cambiare niente’. Se si ripensa alla gara d’andata tra Hellas Verona e Fiorentina, in casa viola molto è cambiato, quasi niente. C’è un altro allenatore. C’è Ribery che predica nel deserto tecnico, e un Chiesa ‘mentalmente non al meglio’.
ALL’ANDATA. Un girone fa, al Bentegodi in panchina c’era Vincenzo Montella, l’Hellas vinse con un gol di Samuel Di Carmine, che non segnava da mesi in tipica tradizione fiorentina di rianimare i moribondi, dopo un errore arbitrale clamoroso per un non rosso allo stesso autore del gol vittoria per gomitata in faccia a Pezzella che si ruppe lo zigomo (di nuovo). C’era Ribery che era costretto a fare tutto da solo, Vlahovic non strusciava il pallone, e Chiesa venne lasciato in panchina. Al termine di quei 90’, a precisa domanda sul motivo dell’esclusione del 25 viola, Montella rispose così: “Chiesa giocherà quando starà bene fisicamente e mentalmente”. Quelle parole provocarono un vespaio che in questi giorni sembra essere ritornato dopo l’esclusione di Chiesa dall’undici titolare a Parma, e la prestazione orribile contro il Cagliari. Montella poi corresse il tiro dicendo che quel mentalmente fosse riferito ai postumi di un problema fisico che lo poteva condizionare in campo.
BRONCIO. Erano i giorni in cui le telecamere indugiavano sul volto di Federico, e su quel malumore per un’estate che lo avrebbe potuto portare altrove, e che invece, con il cambio di proprietà, lo vide rimanere in maglia viola. Erano i giorni del silenzio, senza dichiarazioni pubbliche, e del gelo tra Enrico Chiesa e la Fiorentina. A dicembre qualcosa è cambiato nei rapporti extracampo. Con l’avvento di Iachini anche l’atteggiamento di Chiesa in campo e nelle prestazioni. Fino alle ultime uscite, in cui il nastro sembra essersi riavvolto tornando a quanto accadeva giusto un girone fa. Tutto è cambiato, per non cambiare nulla. Appunto.
AMRABAT. Una cosa, in realtà, è cambiata. All’andata la Fiorentina rimase impressionata dalla prestazione di Sofyan Amrabat. Così come molti tifosi viola. E un girone dopo, il centrocampista del Verona è già di proprietà della Fiorentina, mentre lui continua a stupire a suon di prestazioni sul campo. Juric, invece, ha trascinato il Verona fino alla medio alta classifica con il corteggiamento negli ultimi mesi proprio da parte del club gigliato, mentre i viola si sono ritrovati a lottare per evitare la B. Come un anno fa. E rispetto ad allora è cambiato proprio tutto, ma in realtà quasi niente. Se non le ambizioni. E chissà che i cambiamenti che verranno fatti in vista del prossimo campionato non possano, stavolta, portare ad un drastico cambiamento di rotta.