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Da Caliendo-Baggio a oggi: agenti e commissioni, affari per 2 miliardi. Tra escamotage e danni
Soldi che escono dal mondo del calcio, commissioni, e agenti sempre più decisivi nel calciomercato. All’epoca fece scandalo Caliendo nel passaggio di Baggio alla Juve
Si concentra sul ‘problema’ delle commissioni ai procuratori il Corriere Dello Sport. Figure che governano scene, premono, convincono. Hanno argomenti. Bloccano trattative, le sbloccano, le ribaltano. Jonathan Barnett non ha mai dato un calcio a un pallone, ma in un anno guadagna poco meno di Neymar. Jorge Mendes è oltre, come Mino Raiola che solo per spostare Pogba tra Juve e Manchester ha guadagnato 35 milioni.
Soldi che sfuggono al sistema. Escono dal circuito. Secondo i dati più recenti in possesso della Federcalcio, la spesa della serie A nel 2018 per questo canone aggiuntivo è stata di 172 milioni, il 19% in più rispetto all’anno prima. Ma nel 2016 erano stati 193. L’Inter ha pagato agli agenti 24,9 milioni per convincerli a portare i loro calciatori a Milano. La Juventus si è spinta a 24,3 milioni, la Roma a 23, il Milan a 16,7 e il Napoli si è fermato a 14,2. È evidente che non può trattarsi di un fenomeno solo italiano. La cifra spesa negli ultimi cinque anni secondo la Fifa è stata di due miliardi di dollari. La voce dovrebbe essere proporzionata al guadagno del calciatore nella misura del 3% del suo stipendio lordo o del prezzo del trasferimento.
È un tetto molte volte virtuale e molte volte evaso. Ci sono modi diversi per conservare buoni rapporti con un procuratore che deve portarti in casa un giocatore. Uno dei più sgamati è chiudere con lui un secondo affare, anche se minore, e forse un terzo, meglio ancora mettendo a bilancio una plusvalenza, così siamo contenti tutti.
Una trentina d’anni fa facevano scandalo i tre miliardi di lire chiesti da Antonio Caliendo per il trasferimento di Roberto Baggio dalla Fiorentina alla Juventus. Caliendo era un Raiola prima di Raiola.
