Commisso non è solo nella sua battaglia: insieme a lui già diversi club, ma l’ago della bilancia è rappresentato da Lotito
Rocco, e i suoi fratelli. Proteste, lamentele, dichiarazioni di fuoco. Se per la Fiorentina (almeno) dal punto di vista arbitrale è stata una domenica tranquilla, di certo non si può dire lo stesso per tante altre realtà del campionato italiano. Nel mirino, tanto per cambiare, non solo le decisioni sbagliate. Anzi. A infiammare gli animi è stato (ed è sempre di più) l’utilizzo (o sarebbe meglio dire il non utilizzo) del Var. Basta pensare a quanto successo al Tardini, con il Parma vittima di un paio di gravissimi errori di Di Bello, scrive Il Corriere Fiorentino. (…)
Poco prima, al San Paolo, un altro caso clamoroso: un tocco in area su Milik che, da possibile rigore, è stato trasformato dall’arbitro Giua in un giallo per simulazione all’attaccante polacco. Anche in questo, niente Var e decisione (sbagliata) confermata. (…)
Prima ancora, giovedì, era stato l’allenatore della Roma Fonseca ad andare all’attacco. «In Italia la linea degli arbitri non è uguale per tutti».
Rocco, insomma, non è solo. E qua torna d’attualità la battaglia per cambiare il calcio italiano che il presidente della Fiorentina ha deciso di combattere in prima linea. Di fatto, è come se il suo sfogo post Juventus avesse stappato una bottiglia che aspettava soltanto di poter esplodere.
Certo, la partita è complessa. E ha obiettivi ambiziosi: rendere più democratica la Serie A (cambiando il sistema di ripartizione dei diritti televisivi), aumentare l’appeal all’estero e, soprattutto, cambiare la gestione degli arbitri. Con una prima missione: evitare la rielezione di Marcello Nicchi alla guida dell’Aia. Sarebbe il suo quarto mandato e, per ottenerlo, il «grande avversario» di Rocco è pronto (come già fatto nel 2016) a modificare le regole elettive.
Il fronte guidato da Commisso, a oggi, vede (oltre alla Fiorentina) le altre proprietà straniere (Bologna, Roma, Milan ed Inter) alle quali potrebbero unirsi realtà come Torino, Parma, Napoli. Senza dimenticare Genoa e Sampdoria. Due club in vendita e che, stando ai rumors, hanno buone possibilità di finire in mani americane. E poi la Lazio del gran manovratore Claudio Lotito. Oggi, il presidente biancoceleste, è il massimo rappresentante di quel potere che la «Nuova Alleanza» vuole abbattere eppure, qualche sussurro, lo descrive pronto al grande salto. Voci, per il momento. E lo stesso Commisso (insieme a Joe Barone, che sta seguendo da vicino questa partita) sta ancora cercando di capire quali siano i suoi orientamenti. Portare Lotito dalla propria parte, sarebbe la mossa da «scacco matto». Quella che, davvero, renderebbe possibile il ribaltone.

Di
Redazione LaViola.it