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Calcio femminile, il presidente del Brescia sbotta contro la Rai

Niente diretta tv, diversamente da contratto, e il presidente del Brescia Femminile attacca la Rai. Un polverone tirato fuori da Giuseppe Cesari dopo che la partita tra Tavagnacco e Brescia non è stata trasmessa in diretta Rai alle 14.30, ma in differita dalle ore 15.45. Con le due società che avevano anche spostato appositamente la partita (l’orario canonico è il sabato alle 14.30) per esigenze televisive. “Tutti noi presidenti con l’associazione calciatrici – si legge nel comunicato – ci siamo battuti per poter trasmettere le partite di calcio femminile sulla Rai, cosi come normalmente succede negli altri sport.

Il modus operandi della LND prevede che una settimana prima della gara, un addetto invii dei moduli da compilare in cui vengono richieste notizie riguardanti le società e le giocatrici del match che verrà trasmesso. Questo alla Rai non succede. I commentatori oltre a non conoscere le giocatrici e i loro ruoli, spesso non indovinano nemmeno un nome. Sia chiaro, non mi riferisco al commento tecnico ma al commento della gara, ma questo non è il nocciolo della questione. E’ l’ultimo episodio a farmi riflettere in particolare sulla situazione attuale: l’8 gennaio 2018 il Dipartimento Femminile Calcio ha chiesto alle due società Tavagnacco e Brescia Calcio Femminile la disponibilità a posticipare la partita di sabato 17/02/18 a domenica 18/02/2018, sempre allo stesso orario (14.30), in modo da permettere alla Rai la trasmissione in diretta della partita. Entrambe le società hanno accettato la richiesta, chiedendo esplicitamente alla Rai di non ripetere errori analoghi accaduti nelle partite Brescia-Juventus e Verona-Ravenna (gare trasmesse all’ultimo minuto in differita per variazioni improvvise del palinsesto).

Ma che è successo? La Rai, trascorsi 40 giorni dal momento in cui sono stati stabiliti orario e giorno della partita, a soli due giorni da Tavagnacco-Brescia Calcio Femminile ha chiesto di anticipare l’inizio della gara alle ore 14.00 e non più alle 14.30 perché le si è creato un “buco” nel palinsesto. Per noi del Brescia Calcio Femminile accettare avrebbe significato dover anticipare alle 05.45 anziché alle 7.45 la partenza in pullman per il Friuli, con il grossissimo e insuperabile problema che è impossibile trovare ristoranti o strutture alberghiere disposte a preparare un pranzo pre-partita alle 10.30 per 30 persone. Ho interpellato dunque i dirigenti del Tavagnacco e anche loro mi hanno confermato di non poter accettare perché hanno avviato una campagna pubblicitaria, con ingenti spese per promuovere la partita nel miglior modo possibile su giornali, tv, social, al fine di richiamare molto pubblico, trattandosi di una partita tra la seconda e la terza in classifica.

Questa promozione è stata sospinta anche dal precedente incontro del Tavagnacco contro la prima in classifica Juventus, in cui è stato stimato che fossero circa 6.000 le persone presenti ad assistere alla gara. Per Il Tavagnacco accettare di anticipare la partita avrebbe comportato una nuova spesa per rifare tutta la pubblicità oltre a creare innumerevoli disagi. Abbiamo comunicato dunque al DCF di non voler anticipare la partita per i problemi sopra citati e abbiamo chiesto, visto che la Rai aveva un “buco” di mezz’ora, di creare un piccolo speciale di presentazione sul calcio femminile italiano, facendo un punto sul campionato, sulla situazione in Italia del movimento, sull’evoluzione in corso e sulla Nazionale che si sta giocando la qualificazione ai prossimi mondiali in Francia, insomma, di argomenti interessanti per colmare suddetto “buco” ce ne sarebbero stati molti.

E la Rai invece cosa ha deciso di fare? Di annullare la diretta, trasmettere altro e mandare in onda la gara Tavagnacco-Brescia CF in differita. Questo è il rispetto che la Rai, tv nazionale e pubblica, ha nei confronti del calcio femminile italiano. La cosa più assurda, tuttavia, è che la FIGC ha stipulato un contratto con la Rai in cui è previsto che la FIGC debba pagare fior di soldi per tramettere le partite del calcio femminile. Come si suol dire, “cornuti e mazziati”. Sono davvero sconsolato e amareggiato, vorrei dire molto di più. Aggiungo solo una nota sul contratto FIGC-Rai: come anzidetto, la FIGC paga la Rai per trasmettere le partita, ma l’emittente può decidere arbitrariamente il giorno, l’ora e le modalità con cui trasmettere le partite. Tradotto, quando la Rai ha un “buco” libero viene inserito il calcio femminile. Che dire, un “ottimo” contratto. E ci è stato pure detto che “per quest’anno è cosi, un bel regalo dalla FIGC“.

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