La Fiorentina si gioca un trofeo e un posto in Europa per la prossima stagione. Un bivio decisivo per le ambizioni del club
C’è un dato su cui riflettere: vada come vada a fine stagione Palladino potrebbe fare più punti di quanti ne ha fatti Italiano nei tre anni di panchina viola. In pratica, se andrà così, avrebbe alzato l’asticella come gli ha chiesto la società. Eppure, e questa è la cosa paradossale, potrebbe chiudere la sua prima avventura alla Fiorentina con niente in mano. Senza Europa e senza trofei. Un salto all’indietro nelle ambizioni del club, ma anche un confine pericoloso tra rilancio e rifondazione. Due parole che spiegano bene la tensione che c’è in questo finale di stagione intorno alla squadra viola, che si gioca tutto in un mese. Così scrive Giuseppe Calabrese su La Repubblica.
RILANCIO O RIFONDAZIONE. In campionato tutto passa dagli scontri diretti, Roma e Bologna sono due passaggi fondamentali per tenere in vita una qualche ambizione di trovare un posto nelle coppe europee l’anno prossimo. In Conference il futuro è legato alla sfida contro il Betis. Arrivare in finale sarebbe già un bel traguardo, poi vediamo come va a finire. Tutte e due le strade hanno lo stesso punto di convergenza: giocare in Europa anche l’anno prossimo. È questo, al di là delle asticelle, il vero obiettivo da centrare. Senza una coppa, fosse anche la Conference, c’è il rischio che il progetto si sgretoli e che tutti i prestiti tornino a casa loro. E magari anche trattenere Kean può diventare più difficile. C’è il rischio — e qui torniamo alla parola rifondazione — di dover ricominciare un’altra volta da capo, o quasi. Nel caso opposto, invece, tutto fiorisce magicamente. Se poi fosse Europe League, e se l’Europa League arrivasse vincendo la finale di Conference, la stagione si trasformerebbe in un piccolo trionfo. E il rilancio (eccoci all’altra parola) sarebbe solo questione di dettagli.
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Redazione LaViola.it