Rassegna Stampa
Calabrese su La Repubblica: “Palladino ha tradito chi credeva in lui. Dimissioni legittime, ma sbagliate nei modi e nei tempi”
Il commento di Giuseppe Calabrese sulle pagine de La Repubblica
Nel suo editoriale su La Repubblica, Giuseppe Calabrese analizza le dimissioni di Raffaele Palladino della Fiorentina: “Dimissioni per incompatibilità ambientale. C è da dire che nel calcio non capita spesso. Pare che Palladino se ne sia andato perché non è stato compreso. O difeso, che poi è più o meno la stessa cosa. Una decisione improvvisa, e che lascia tutti a bocca aperta. Evidentemente anche lui, apparentemente imperturbabile, alla fine è scoppiato. […] Tuttavia, al di là dei dettagli e degli schieramenti, questa vicenda mostra due grandi debolezze. La prima dell’allenatore. Firenze in passato è stata capace di ben altre contestazioni, e quello che è capitato a Palladino (uno striscione col Bologna e qualche fischio a Udine) è stato veramente poca cosa. Nemmeno i 65 punti e la quarta Conference consecutiva hanno scaldato i cuori – recrimina lui – ma prima di accettare la panchina viola avrebbe dovuto saperlo che questa è una piazza esigente. E che pure allenatori che hanno fatto molto più di lui sono stati contestati. Il calcio è così, e sarà bene che se ne faccia una ragione se ha in programma di allenare squadre ambiziose.
La seconda debolezza è della società, che non è stata in grado di difendere il suo allenatore e di fargli sentire tutta la sua vicinanza. Né di rassicurarlo sul futuro. E poi, è mai possibile che nessuno si sia accorto che Palladino stava covando tutto questo malessere?
[…] Commisso, che è stato tradito da quello che lui stesso ha definito «un figlio», e un gruppo di giocatori che lo ha seguito sempre e che ha condiviso con lui ogni scelta, fino alla fine. Palladino non ha sbattuto la porta in faccia alla città, ma al presidente e alla sua squadra. E lo ha fatto tradendo quel senso di appartenenza che è stato la vera forza della Fiorentina di quest’anno.
La decisione del tecnico rimane legittima, ma ha sbagliato modi e tempi. E se è stata davvero “incompatibilità ambientale” o piuttosto l’offerta di un’altra società a spingerlo a mollare la Fiorentina poche settimane dopo il prolungamento del contratto, sarà il tempo a dirlo. Certo sarebbe triste scoprire che dietro le “pressioni” non c’erano i tifosi ma il desiderio di cambiare strada. Vedremo. Ora tocca alla società metterci una toppa, e cercare un’alternativa con cui poi impostare il mercato […]”.