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Cairo: “Ci vuole norma sui vivai, e sui giovani. Altrimenti il nostro calcio resterà questo”
Parla così il Presidente del Toro Urbano Cairo alla Gazzetta dello Sport: “«La sconfitta con la Svezia rappresenta un risultato così grave che non può essere liquidato con le parole. Non basta promettere di fare le riforme, andrebbe resettato tutto. La Svizzera, con 8 milioni di persone, si è qualificata, il Belgio, che ne ha 11 milioni, lo stesso. Per la legge dei grandi numeri è più probabile che nascano in Italia i potenziali campioni, visto che siamo 60 milioni. Ma poi questi calciatori devi allevarli bene e in questi anni non è stato fatto, mentre in quei due Paesi, per esempio, hanno messo a frutto i centri di formazione. Bisogna ripartire dai giovani». Ci sono troppi stranieri in Italia? «Non è quello il problema. Il numero è simile a quelli delle altre nazioni europee di riferimento. Semmai va creato il contesto giusto per far emergere i talenti investendo nella loro formazione e in quella degli istruttori. Sono favorevole alle seconde squadre per far maturare i ragazzi. E poi sarebbe giusto introdurre una norma che obblighi i club a destinare una quota del fatturato agli investimenti nei vivai. È vero che parliamo di società di capitali ma nel calcio c’è anche una componente pubblica. C’è tanto da fare: gli stadi di proprietà, la tutela del merchandising, la lotta alla pirateria…”