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Rassegna Stampa

Cairo: “Cedo il Toro solo a chi farà meglio di me. Belotti a vita? Ne parliamo a fine mercato”

Commisso jr, Cairo e Barone

Il presidente granata parla dei 15 anni alla guida del Torino: “Mi do un 7 in pagella, vorrei una valutazione serena. Fatto un passo avanti rispetto al decennio precedente”

Quindici anni fa fu l’estate della morte e della rinascita del Toro, fallito con Cimminelli e rilevato il 2 settembre 2005 da Urbano Cairo fra gli osanna dei tifosi. Quindici anni dopo, il clima nei confronti del presidente granata è mutato: contestato e invitato a vendere. Parla così Cairo a La Repubblica:

Per i tifosi il bilancio di questi anni è negativo, per lei? «Io sono contento, ma non sono soddisfatto al 100%. La partenza bruciante con la promozione in A andò oltre le aspettative. Quando ti sopravvaluti però paghi e noi vivemmo un periodo buio: tre anni di A senza infamia né lode, e poi la B annaspando per lo shock. Però, dal nostro ritorno in A, abbiamo fatto ciò che ci chiedono i tifosi: restituire onore al Toro, tornare stabilmente sulla sinistra della classifica, rifare il Filadelfia. Se è rinato mi prendo parte dei meriti: i tifosi lo volevano da 20 anni, ora c’è».

La contestazione non molla. «Mi spiace molto, il tifo talvolta ha componenti irrazionali. I primi tre anni fu amore assoluto, poi ci fu la contestazione, poi di nuovo l’amore che va e torna. Non mi demoralizzo, è uno stimolo in più».

Che voto dà alla sua presidenza? «In pagella mi do un 7. Mia mamma mi direbbe bravo ma tutto è migliorabile; però di tasca mia ci ho messo 60 milioni».

Pensa di restare altri 15 anni? «Non esageriamo. Sono molto legato al Toro ma non voglio restare a vita».

Ha pensato di cederlo, allora? «Nel febbraio 2010 lo misi in vendita, ma non arrivarono offerte. Non ho mai avuto la sensazione che ci fosse qualcuno con qualcosa in più di me. E allora perché peggiorare?».

A chi vuole cedere, quando sarà il momento? «Ho ricevuto il Toro dal fallimento; ora è sano, con giocatori di proprietà, il vivaio, le strutture e la storia unica. Quando lascerò, lo cederò a chi potrà fare meglio di me».

L’investimento di cui va fiero? «Cerci ci fece fare il salto di qualità, e poi ovviamente Belotti. Lo volli fortemente nel 2015 e ci ha dato grandi risultati».

Le piace l’ipotesi di legare Belotti a vita al Toro? «Mi piacerebbe molto. A fine mercato ne parleremo assieme».

Qual è il regalo più bello che vorrebbe ricevere? «Mi piacerebbe ricevere una valutazione serena, senza pregiudizi di questi quindici anni. Riconoscendo i meriti e le cose negative. Di certo, in questi anni, il Toro ha fatto un passo avanti rispetto al decennio precedente».

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