Intervista all’attaccante ecuadoriano del Sivasspor, Jordy Caicedo in vista della gara di Conference League
Machala è conosciuta come la Capital bananera del mundo, ovvero la capitale delle banane, ed è situata sulla costa meridionale del Golfo di Guayaquil. Ma da qualche tempo è conosciuta anche per il calcio, da quando Jordy Caicedo ha esordito con la maglia dell’Ecuador ed è stato nominato miglior straniero in Bulgaria con 31 gol in 65 presenze. Dal 31 gennaio, il centravanti classe 1997 gioca nel Sivasspor, prossimo avversario dei viola in Conference League. Per avvicinarci alla partita di giovedì al Franchi, LaViola.it ha lo ha contattato in esclusiva:
Buongiorno Jordy, come sta e com’è la situazione che ha trovato in Turchia?
“Grazie a Dio sto bene, insieme a mia figlia e mia moglie: eravamo arrivati qui con la speranza di conoscere un nuovo Paese e incontrare questa situazione è stato scioccante. Ovviamente siamo preoccupati per il terremoto, ma stiamo bene. La Turchia sta vivendo un momento terribile, so che non è facile ma spero che la gente possa uscirne presto. A Sivass abbiamo sentito diverse scosse molto forti, ma non ci sono state vittime per fortuna”.
Domenica contro il Karagumruk ha segnato il suo primo gol. Come procede l’ambientamento?
“Sono molto felice per la rete. So che sarà la prima di tante. Nelle prime uscite ho avuto buone sensazioni. Accumulare minuti mi aiuta a recuperare la mia forma per dimostrare chi sono, cosa che non sono riuscito a fare in Messico. Stiamo bene animicamente e affrontare la Fiorentina ci motiva, ma sappiamo che dobbiamo migliorare tante cose. Ci siamo allenati, abbiamo parlato e speriamo di fare il meglio per la gara contro i viola”.
Nel suo entourage lavora un ex viola come Basanta: lo ha sentito?
“Dopo il sorteggio ho ricevuto il suo messaggio. Mi ha detto che sarà una bella partita e che sarà difficile, ma soprattutto di godermi al massimo questa esperienza perché queste partite sono quelle che possono farmi conoscere al mondo. Speriamo di fare una grande partita a Firenze, e se segno meglio”.
Lo scorso anno col CSKA Sofia aveva affrontato la Roma che poi ha vinto la Conference, si aspetta una gara simile?
“La Roma arrivava bene a quella partita e ha vinto la scorsa edizione. Era una squadra forte. Speriamo che stavolta sia differente, magari in un risultato positivo. Nella gara contro il Milan ho visto una squadra molto forte, che pressava molto e nel primo tempo non ha lasciato superare il centrocampo agli avversari. Dovremmo stare attenti e e provare a limitare i punti di forza. Sappiamo che in casa la Fiorentina è molto forte”.
Conosce qualcuno dei giocatori viola?
“Ho già giocato contro Martinez Quarta e Nico Gonzalez lo scorso marzo in Ecuador-Argentina, ricordo che eravamo entrambi qualificati al Mondiale e dopo ci furono i festeggiamenti a Guayaquil con lo stadio pieno e tutte le nostre famiglie. Ho anche affrontato Dodo qualche anno fa nel Sudamericano Sub-20”.
Qual è il suo rapporto con l’Italia?
“Io guardo molto il calcio italiano, perché ci sono attaccanti con caratteristiche simili alle mie come Zapata e Lukaku, poi mi piace Lautaro. Al CSKA ricordo che si parlava molto dell’Udinese, ma non è arrivata nessuna offerta formale. Il Basilea mi aveva seguito per sostituire Cabral, ma non se ne fece niente, poi avevo un altro agente in quel momento che pensava più ai suoi interessi…Sarei voluto restare in Europa, ma sono andato in Messico e ringrazio comunque il Tigres per l’opportunità”.
A proposito di Lukaku, è vero che per il suo fisico qualche anno fa la paragonavano a lui?
“Sì, quando giocavo nella Seleccion Sub-20. Ricordo che in passato avevano dubbi sulla mia età per il fisico che avevo, ma poi è stato comprovato che la mia data di nascita era vera e non ci sono stati problemi”.
Oggi nel barrio dove è cresciuto Machala c’è un murales in suo onore: cosa significa per lei?
“Sono molto grato: è la ricompensa dei sacrifici che ho fatto per tanti anni. Mi ha reso felice sapere che ho potuto portare in alto il nome della mia città. La maggior parte dei giocatori sudamericani arrivano da luoghi difficili, vivono un’infanzia complicata. Io aiutavo mio padre a vendere acqua di cocco, cocchi, tamarindo (frutto, ndr) e cocada (dolcetti, ndr): ne vado orgoglioso perché mi ha aiutato a diventare una persona migliore e ad essere dove sono oggi”.
In Messico è sfumata la convocazione per Qatar 2022, ora quali sono i suoi obiettivi futuri?
“Restare fuori dalla lista del mondiale è stato un duro colpo, ma allo stesso tempo è una motivazione in più per dare il 100%. Per questo ho deciso di trasferirmi sei mesi qui per giocare e segnare il più possibile, con la speranza di attirare l’attenzione di qualche club europeo per realizzare il mio sogno: giocare in uno dei top 5 campionati, magari in Serie A che mi piace. Lavoro per questo e non ho dubbi che accadrà”.
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Di
Mattia Zupo