Il presidente rossoblù chiarisce la strategia: “Non compriamo per rivendere, ma per costruire un progetto. Offerte irrinunciabili? Se arriveranno, valuteremo con i ragazzi”
Durante una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Triso, il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, ha fatto il punto sul mercato e sulle recenti scelte tecniche, soffermandosi anche sul futuro di alcuni elementi chiave della rosa, tra cui Roberto Piccoli, recentemente riscattato dall’Atalanta e accostato a più club, Fiorentina inclusa.
Alla domanda sui cambiamenti in panchina e in dirigenza, Giulini ha risposto: “Era il momento giusto per affidare la squadra a Fabio Pisacane. Ci sono momenti nella vita in cui serve fare delle scelte nette, e questa è stata una di quelle. Pisacane ha dimostrato grande dedizione lavorando coi giovani, ha fame e competenze: ci sembrava doveroso riconoscere il suo valore. È un tecnico emergente, e come tanti colleghi giovani in Serie A dovrà dimostrare il suo valore. Non premiarlo sarebbe stato un errore, una perdita di credibilità per il club. La decisione è maturata internamente: vediamo in lui il profilo identitario che da tempo cerchiamo. Sarà affiancato da un direttore d’esperienza come Angelozzi, una figura ideale per accompagnarlo. Bonato non ha condiviso questa linea e abbiamo preferito prendere strade diverse“.
AMBIZIONI E REALISMO. “I nostri sostenitori devono continuare a sognare, ed è giusto così. Anche io non ho mai smesso di farlo, ma non possiamo permetterci illusioni. Il calcio sta cambiando, il livello economico della nostra Serie A si è abbassato, e per chi ha radici locali e proprietà italiane è fondamentale sbagliare il meno possibile. Noi siamo tra quei club che devono sempre cercare di eccellere, anche con risorse limitate. Il sogno non va abbandonato, ma va coltivato con consapevolezza”.
ADOPO, CAPRILE E PICCOLI. “Quando acquisto un giocatore lo faccio per valorizzarlo nel nostro progetto, non per rivenderlo. Questa è sempre stata la mia linea. È chiaro però che se si presentassero offerte impossibili da rifiutare e i ragazzi fossero determinati a partire, allora se ne parlerebbe. Ma penso che tutti e tre abbiano bisogno di un altro anno importante con noi prima di ambire a nuove sfide“.
Di
Redazione LaViola.it