Parla il tecnico che è stato per 10 anni nelle giovanili dell’Empoli e conosce benissimo il centrocampista: “In un aspetto è meglio di Gudmundsson”
Antonio Buscè, in veste di fratello maggiore prima ancora che di tecnico, sa bene che quella che ha davanti a sé Jacopo Fazzini è un’occasione più unica che rara. Il salto dalla provincia al capoluogo, ovvero da Empoli a Firenze, è uno step che il classe 2003 è ormai pronto a compiere. E a dirlo a La Nazione è colui che ha visto «Jajo» sbocciare dall’Under-16 fino alla Primavera (con in mezzo due scudetti vinti): «Un talento che quando è arrivato a Empoli ha stupito tutti dal primo giorno. Un ragazzo che, anche a 13 anni, dava del tu al pallone e mostrava una capacità cognitiva di poter giocare la palla sul primo controllo e fare la giocata successiva sul secondo: quando vedi certe cose su un ragazzino sai di avere in mano un patrimonio».
FIORENTINA. «Fazzini ha ormai l’età adeguata per pensare di approdare in un club di prima fascia. Credo che la Fiorentina abbia la filosofia adeguata per poter esaltare le sue qualità. I viola negli ultimi anni hanno valorizzato tanti giovani e dunque l’arrivo di Jacopo andrebbe in questa direzione. Tra uno, massimo due anni parleremo di un giocatore completo. Un top».
POSIZIONE. «Jacopo nasce mezzala: è quel classico giocatore che sa buttarsi negli spazi, che ha letture e tempi di gioco corretti. Ma lui è stato bravo, quando lo mettevo a fare il trequartista, ad avere un rendimento alto anche in quella posizione. Sa sempre dove posizionarsi perché è duttile, specie negli ultimi 40 metri».
ALTERNATIVA A GUDMUNDSSON? «Lui e Albert hanno caratteristiche diverse. Rispetto all’islandese, Fazzini sa partire da dietro ed eludere le marcature avversarie: a livello di sorpresa nella giocata, poi, forse è ancora meglio di Gud».
RUOLO NEL 3-5-2. «Nella zolla di mezzala. Con un modulo così, Jacopo non può fare l’attaccante: farebbe fatica a giocare spalle alla porta. Ma darebbe tante soddisfazioni in mezzo al campo».
Di
Redazione LaViola.it