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Burioni: “In Italia 6 mln di contagiati. Aspettiamo un po’ prima di riprendere lo sport”

Il noto virologo parla del Coronavirus e della futura ripartenza del mondo del calcio: “Rimettere dentro a uno stadio alcune decine di migliaia di persone…”.

Il professor Burioni, noto virologo, ha parlato a Tuttosport commentando anche gli effetti del Coronavirus sul calcio: “Prima di tutto partiamo da un concetto: che questi numeri che abbiamo hanno veramente poco significato. Una stima indipendente che è arrivata dagli epidemiologi dell’Imperial College di Londra ha quantificato gli infettati in Italia in un numero non troppo lontano dai 6 milioni di persone”. I numeri che abbiamo “riguardano solo i tamponi che facciamo, non rappresentano il vero numero delle persone che sono state infettate. Purtroppo stiamo riscontrando anche una mortalità in eccesso. La mortalità che stiamo vedendo in queste settimane, che potrebbe esser dovuta a questo virus, è molto più alta rispetto agli anni precedenti. Quindi quei numeri non sono molto indicativi. Ci sono piuttosto altri elementi che sono molto importanti. Per esempio gli accessi al pronto soccorso. E questi non sono finti, perché quando una persona non respira viene portata, per l’appunto, al pronto soccorso. Oppure gli ingressi in terapia intensiva: quando un malato peggiora. Ecco, questi elementi sono fortunatamente in calo nel nostro Paese. Il che ci fa pensare che la risposta di grande sacrificio che tutti abbiamo messo in atto in queste settimane abbia già dato un primo frutto”.

IN SVANTAGGIO. “E il frutto è che l’epidemia tra un po’ si spegnerà. Però a quel punto non è che la partita sarà finita. Diciamo che siamo andati subito sotto di 3 gol, ma dopo 20 minuti fantastici si è arrivati al 3 a 3. Però la partita bisogna vincerla, perché poi possono di nuovo segnare anche gli altri. Ebbene, ci troviamo in questa situazione. Abbiamo ripreso una situazione di svantaggio molto grave e adesso dovremo sfruttarla bene”.

CONVIVERE COL VIRUS. “Dovremo certamente convivere con questo virus almeno per qualche mese, poi speriamo che arrivi un vaccino che ci liberi definitivamente da questa minaccia. Questo ci ricorda quanto fosse sciocca l’opposizione ai vaccini, perché ora vediamo bene che cosa significhi avere a che fare con un virus pericoloso e non poter disporre di un vaccino. Se avessimo un vaccino, sarebbe tutto risolto. Ma il vaccino non c’è e allora dobbiamo pensare a una ripresa solo graduale delle nostre attività. Penso che a un certo punto potremo riprendere pian piano: ma non tutti insieme, certamente. Perché gli anziani, per esempio, che sono molto più in pericolo, dovranno rimanere in casa. E non potremo riprendere subito tutto come prima. Certamente dovremo adottare alcune precauzioni, come l’uso delle mascherine. Dovremo prepararci a convivere con questo virus”. 

QUANDO RIPARTE IL CALCIO.Purtroppo mi trovo in grande difficoltà a fare una previsione. Io penso che in questo momento sia indispensabile attendere ancora qualche settimana prima di progettare una possibile ripresa del calcio e di tutti gli altri sport. Prima, dovremo vedere cosa accadrà quando ricominceremo a uscire di casa. E anche che cosa accadrà con l’arrivo dell’estate. Temo però che fino a quando non avremo qualcosa di risolutivo contro questo virus sarà molto difficile rimettere dentro a uno stadio alcune decine di migliaia di persone: tutte insieme, tutte vicine, che si abbracciano quando la loro squadra segna. Temo che per un po’ di tempo dovremo vivere questa nostra bellissima passione in un modo un po’ diverso. Sarà un sacrificio che dovremo fare. Ma sono anche sicuro che poi un giorno torneremo a godere del calcio e di tutti gli altri sport, così come ne abbiamo goduto fino a oggi. O meglio: fino a ieri”. 

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