
Nuovamente divisioni nella piazza fiorentina, a che pro? Ciò che conta è che ci sia unità dentro la società viola per ripartire e crescere
Ancora pochi giorni e tutti sapranno con chi e come ripartirà la Fiorentina. Ds (Pradè resta con un nuovo collaboratore?), calciatori (Ribery, Vlahovic su tutti), allenatore (Gattuso?) e programmi. Doveroso lasciare dei punti di domanda, sia per quanto andato in scena in sala stampa, con gli ‘atti d’accusa’ da parte di Commisso alla stampa, sia per quanto emerso nel day after, con Iachini stesso che ha rivelato la volontà da parte del patron viola di poter proseguire ancora assieme, che lascia pensare come, evidentemente, non tutto sia ancora già stato deciso.
DIVISIONI. Quanto accaduto, al di là di toni, modi e contenuti, ha provocato una spaccatura totale tra chi è rimasto disgustato (non solo addetti ai lavori), chi condivide e chi avrebbe voluto solo sentir parlare di calcio e programmi. Nel mirino non sono finiti solo i giornalisti, ma anche i fiorentini (ricchi) che criticano, nonostante non vincano da vent’anni. A che pro tutto ciò, dopo una stagione del genere? Per difendere sé stesso, il proprio operato e chi lavora per lui: dirigenti (che infatti dovrebbe confermare), allenatore (che avrebbe confermato ancora e prima non esonerato) e calciatori. Eppure, ma forse ci sbagliamo, non a tutti pareva la scelta migliore la conferma a suo tempo di Iachini, così come non a tutti pare essere piaciuto il lavoro di Pradè. Ma forse, anche su questo, ci sbagliamo. Punti di vista. Sugli attacchi personali, come offese al suo nome e alla sua famiglia, ricordiamo che esiste lo strumento della querela, così come che ognuno è responsabile in prima persona di ciò che scrive. Non ha senso generalizzare, sparare nel mucchio o far scontare ad altri colpe che non hanno. Il piano sportivo, inoltre, dovrebbe rimanere separato da quello personale.
UNITA’. La storia insegna che le cose migliori, da queste parti, sono state realizzate quando tutta la piazza, stampa compresa, ha remato nella stessa direzione. Al contrario, quando ha regnato un clima di spaccatura, fuori e dentro lo spogliatoio così come nelle stanze dirigenziali, si sono vissute pagine nere, o comunque grigie. Evidentemente, se in questo biennio la Fiorentina ha vissuto a ridosso della zona retrocessione, qualcosa non deve aver funzionato. Lo sa benissimo Commisso, così come anche i muri sanno che non tutte le decisioni sono state prese in perfetta sintonia tra lui e i suoi dirigenti. Ma questo è il passato, e forse ha fatto anche comodo dirottare le attenzioni su altre tematiche, come le ‘bugie’ dette da quello o dall’altro giornalista.
CIO’ CHE REALMENTE CONTA. L’errore, come detto da Commisso, è stato esonerare Iachini? Chissà se la reazione della piazza sarebbe stata in questi termini dopo una eventuale ulteriore sua riconferma, come sarebbe stata (o sarà) presa la riconferma di chi ha indossato la maglia viola sul campo quest’anno. Quello che realmente conta, tuttavia, è che adesso Commisso ha la grande possibilità di mettere a tacere tutti coloro che lo hanno criticato. E di farlo coi fatti, piuttosto che con invettive verbali. Intanto arriva il Napoli al Franchi, gara che può permettere ai viola di riscattare l’umiliante 6-0 incassato un girone fa, e provare a spazzar via divisioni e polemiche per avvicinarsi, invece, ad un futuro che è già dietro l’angolo. Su questo aspetto sarà fondamentale non sbagliare niente, programmando con unità di visioni ed intenti. O quantomeno lo sarebbe.

Di
Gianluca Bigiotti