I viola dipingono un capolavoro, col rammarico di non averlo reso ancor più bello col doppio vantaggio
Tornano le notti di coppa, scrive il Corriere Fiorentino, e la Fiorentina come d’incanto risplende. Sfrontata, ma concentrata. Coraggiosa, ma non sconsiderata. Una vittoria netta quella di ieri, molto più di quanto non dica un 1-0 che, pensando al ritorno, lascia tutto in bilico. Servirà una replica di quanto visto al Franchi, senza bearsi troppo per il fatto di poter giocare con due risultati su tre a disposizione. Perché una cosa, ormai, è chiara: se deve gestire, questa squadra, soffre. Se rimane se stessa, è capace (quasi) di tutto. Una sfida infinita quella con l’Atalanta, che deve ancora vivere di due capitoli (recupero in campionato compreso) e che ha avuto il solito, triste contorno. Da una parte gli orribili cori contro Commisso («Commisso terùn») dall’altra gli insulti a Gasperini.
LA PARTITA. Se l’Atalanta ha cercato di prendere in mano il possesso, gli uomini di Italiano hanno alzato immediatamente la linea di pressione e cercando di andare in verticale il più velocemente possibile una volta recuperato il pallone. Si chiama coraggio, e ha permesso ai viola di tenere i nerazzurri lontani dalla propria area di rigore, di piantare le tende nella metà campo della Dea e di creare, già nei primi 25’, due o tre potenziali occasioni. E non è un caso forse che il vantaggio di Mandragora sia arrivato con una conclusione da 30 metri. Una soluzione che provi solo se hai fiducia, e se il campo ti convince di poter fare (quasi) tutto. Una Fiorentina, attenta, feroce e determinata quella del primo tempo. In una parola: perfetta. Un dominio certificato da Gasperini, che nella ripresa ha fatto retromarcia rispetto all’idea iniziale e si è giocato subito il centravanti (Scamacca), buttando dentro anche Ederson.
La storia però non è cambiata tanto che le occasioni (due con Nico, una con Belotti, una con Ranieri) le hanno avute i viola. Certo, l’opportunità se l’è creata anche l’Atalanta, ma c’è voluto più di un’ora per vederla. Un capolavoro, quello dipinto da Italiano e dai suoi. Col rammarico di non averlo reso ancora più bello col doppio vantaggio e con la consapevolezza di doverlo completare il 24 aprile a Bergamo.
Di
Redazione LaViola.it