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Braida: “Nel calcio serve competenza. Bravo Italiano a trovare Arthur. Jovic? Buon giocatore, ma…”
Le parole dell’esperto dirigente ex Milan e Barcellona, tra le altre: “Italiano già a La Spezia dava identità alla sua squadra”
Ariedo Braida, esperto dirigente, ha parlato a Radio Bruno. Ecco le sue parole: “Il Milan è una squadra importante, ha tutti i valori per competere. Non so con che formazione giocherà Pioli con la Fiorentina, ma credo che il Milan sia una grande squadra anche se a volte mostra qualche criticità. Pioli è un buon condottiero, porta la squadra ad ottenere sempre i risultati migliori. Poi il calcio è strano: il Milan perde il derby malamente, poi si ritrova in testa, poi perde punti malamente. Ora vince contro il PSG, poi rischia di perdere a Lecce. Ma è anche il bello del calcio”.
JOVIC. “Jovic? E’ un buon giocatore, ha fatto cose positive, ma a mio avviso gli manca qualcosa. Il livello per essere un giocatore da grande squadra. Anche perché non è più un pivellino, ha un passato in squadre come Real Madrid e Fiorentina”.
CENTRO SPORTIVO. “Un centro sportivo è la fabbrica in cui si costruisce e si crea, è importantissimo. A volte si riesce a raggiungere un certo livello, l’ultimo gradino è quello più complicato. Manca quel qualcosina. A volte per andare da 30 a 31 sembra facile, ma è in realtà difficilissimo. Anche oggi c’è grande concorrenza in giro per scoprire giocatori, c’è la grande concorrenza degli inglesi. Noi dobbiamo avere capacità e fantasia, a volte si può scoprire un calciatore perché ha un occhio buono. Ognuno di noi ha un proprio modo di vedere, a volte si può trovare un calciatore e scoprirlo, senza che abbia notorietà. Nel calcio ci vuole competenza. Oggi nel calcio si fanno tanti errori perchè non ci sono competenze”.
SECONDE SQUADRE. “Seconde squadre? Sono favorevolissimo, lo sono già da tempo. Il salto dalla Primavera alla Prima Squadra è troppo grande, il caso di Kayode ad esempio è un’eccezione. Tanti hanno bisogno di tempo. Il modello Spagna funziona, ad esempio”.
ARTHUR. “Italiano non ha bisogno di presentazioni o di elogi da parte mia. L’ho conosciuto quando era a La Spezia, già allora aveva una sua identità di gioco. Complimenti a lui, è riuscito a trovare Arthur che è un giocatore tipico che a centrocampo deve toccare palloni e stare in movimento. Ci sono giocatori adatti a certi allenatori, magari in altri sistemi di gioco non funziona. Arthur sta dimostrando che è un giocatore di valore”.
