
Domenica col suo Cosenza affronterà il Crotone ma il tecnico ricorda quali sono stati per lui i veri derby. Poi sottolinea l’ammirazione che ha avuto da sempre per Antognoni
Gli anni sono 64, le battaglie mille. Nato a Grosseto ma con il cuore sempre a Firenze e alla Fiorentina, dove ha esordito il 20 marzo 1977 in Catanzaro–Fiorentina 0-1. Oggi è l’allenatore del Cosenza. Piero Braglia invecchia con saggezza, dalla tuta mimetica è quasi passato al saio. Pierino non è più la peste, ma le battaglie con il Cosenza restano. La prossima? Il derby col Crotone.
Nella sua intervista alla Gazzetta dello Sport ha toccato molti argomenti, dal suo passato in viola alla ‘rivalità’ con Antognoni in viola alla questione derby. Ecco alcuni passaggi:
Cos’è per lei un derby?
«Quello con la Juve! Sia con la Fiorentina che con il Catanzaro era la partita più sentita».
Cosenza-Crotone la sente?
«C’è molta rivalità. All’andata c’erano 2.000 tifosi con noi malgrado fosse un lunedì alle 21, ed è stata una bellissima vittoria. Al ritorno sulla Sila c’era una coda pazzesca…».
Era rivalità anche alla Fiorentina la sua con Antognoni?
«Macché… L’ho sempre ammirato, era più forte di me. Se un giocatore è più forte bisogna solo stargli accanto, imparare e aiutarlo. L’avevo visto arrivare dall’Asti Macobi, era un fuoriclasse, mentre io ero normale e con un caratteraccio».
Il cazzotto che nella sua vita avrebbe voluto dare?
«Una volta sola, e l’ho dato. Ma non lo farò più. Giocavo nella Fiorentina, era morto il mio babbo, un compagno più grande scherzava troppo, mi sono girato e non si è più rialzato».

Di
Redazione LaViola.it