Borja Valero ed un gol per provare ad uscire da un momento poco felice. Quell’esultanza che torna dopo un anno, là sotto la Fiesole. Un inchino a dire ancora una volta ‘grazie’, a quel popolo viola che da quattro anni e mezzo ha adottato a beniamino la persona prima che il giocatore. Ed ha un tocco di romantico pensare che l’ultimo centro Borja Valero lo aveva realizzato a San Valentino 2016, contro l’Inter. E che ora è (finalmente) tornato a ripetersi, con l’inchino sotto la curva, a pochi giorni dalla festa degli innamorati.
Un rapporto speciale, tra Borja Valero e Firenze, tra la famiglia Valero e i tifosi viola. Che va oltre il campo, e prestazioni che da qualche mese sono lontane da quelle a cui aveva abituato lo spagnolo. Che non fosse un cecchino d’area, del resto, lo si era capito subito, ma in questa stagione – tra motivazioni fisiche, di ruolo e magari anche di età – raramente Borja ha saputo trascinare i suoi. Non solo sotto porta, ma anche a livello di assist (appena 3) e giocate decisive. Contro l’Udinese una prova convincente, condita dal gol che ha sbloccato la partita consentendo alla Fiorentina di poter fare quello in cui riesce meglio: gestire il pallone, nasconderlo agli avversari e congelare il risultato.
Un gol dopo un anno di astinenza. Mai Borja era rimasto così tanto a secco in maglia viola. Non un bomber, lo spagnolo, ma comunque lo zampino in zona offensiva lo aveva messo sempre con continuità, negli anni scorsi. Nel 2012/2013, segnò a novembre a Milano contro il Milan, a dicembre a Udine e poi solo nove mesi più tardi, a inizio settembre contro il Cagliari. Nel mezzo però ci furono ben 10 assist vincenti. Nel 2013/2014 furono ben 7 i gol di Borja, conditi da 11 assist. Nell’ultimo anno di Montella, 2 gol e 4 assist, e difficoltà di gioco con rendimento in calo. Prima dell’arrivo di Sousa, che l’anno scorso rigenerò Borja riportandolo al centro del gioco, con anche 4 gol e 6 assist.
Di
Marco Pecorini