
Nella stagione apatica e malinconica della Fiorentina, fatta di punte di iceberg come la notte con la Juve, e di rovinose cadute, come quella con il Gladbach o anche l’ultimo tonfo con l’Empoli, è stato coinvolto, inevitabilmente anche Borja Valero, o per meglio dire, il Sindaco, come lo chiamano con affetto diversi tifosi della Fiorentina.
Il centrocampista spagnolo, a conti fatti uno dei più impiegati, tiene comunque una media voto quasi sempre alta, è uno degli ultimi a mollare, ma anche lui è rimasto vittima degli equivoci tattici di Sousa, di alcuni esperimenti che spesso hanno finito per limitarlo.
Non dovendo fare grossi esercizi, prendiamo il derby perso di Sabato scorso: mediano in un centrocampo a due Borja soffre, costretto più a preoccuparsi di contenere piuttosto che impostare e verticalizzare. Piuttosto che palleggiare, rifinire, giocare a tutto campo come piace a lui.
Le esibizioni migliori di Borja sono avvenute con la Juve, quando a conti fatti la Fiorentina si schierò con un modulo molto elastico che oscillava a tratti in un centrocampo a tre e quando ha giostrato sulla trequarti, libero di essere uno dei primi portatori di pressing ma soprattutto coinvolto a tutto tondo nelle manovre offensive. Quando cioè era assicurato alle sue spalle una fase difensiva dalla coppia Badelj-Vecino.
Ma la stagione di Borja non è solo condizionata da un continuo cambio di ruolo, non è legata strettamente a fattori che hanno a che fare con il campo. Per la prima volta infatti da quando è a Firenze c’è stata la concreta possibilità che potesse essere ceduto. Prima la Roma sul finire dell’estate, con quel preliminare perso contro il Porto che poteva suggerire un epilogo diverso, poi con quell’offerta monstre dalla Cina che la Fiorentina avrebbe anche accettato ma che è stata rispedita al mittente per l’inconsistenza calcistica di un campionato come quello asiatico.
E passando da quello che è stato a quello che sarà, il discorso sul futuro del “Sindaco” appare molto chiaro: per la Fiorentina resta un calciatore importante, con una centralità indiscussa all’interno anche del gruppo e non solo da un punto di vista tecnico-tattico, ma allo stesso tempo non è incedibile. Non è incedibile di fronte a offerte stuzzicanti.
Per Borja Valero, come ribadito anche dall’agente nei giorni scorsi, invece c’è solo e soltanto la Fiorentina. Non c’è la minima idea di lasciare Firenze, non c’è la minima fretta di adeguare o rinnovare un contratto in scadenza nel 2019. Pronto a ascoltare eventuali proposte da parte della società, ma senza la fretta di chi vuole cambiare aria.
Perché in un universo costellato di tanta retorica e finzione il sentimento verso questa città e questa maglia resta autentico, spontaneo, genuino come i sorrisi i gesti e le azioni di una famiglia che vive Firenze in tutta la sua quotidianità. Come se fosse veramente il centro del mondo.
In attesa magari di ritornare a un livello top fin dalla prossima stagione, con un allenatore nuovo e un nuovo ciclo. Pronto a prendersi per mano ancora una volta la Fiorentina, come nel primo anno di Montella e nel primo di Sousa. Pronto, magari, a giocare nel suo ruolo più congeniale. Mezz’ala in un centrocampo a tre.

Di
Duccio Mazzoni