Ulivieri sulla scelta di difendere a zona sui corner della Fiorentina, che ha portato Bonaventura su Zapata: “Non sarebbe cambiato granché difendendo a uomo”
Analizza così l’episodio del gol dell’Atalanta con la Fiorentina, con Bonaventura che marca Zapata, Renzo Ulivieri presidente dell’Associazione italiana Allenatori e docente al Centro tecnico di Coverciano a La Nazione:
“Non è stata ideale come scelta. Il discorso è ampio: quando difendi a zona ognuno controlla il proprio spazio. Solo quello. Gli allenatori assegnano le porzioni di campo più pericolose ai loro giocatori più forti. Certo non è Subbuteo, in area succedono tante cose e gli avversari se sono bravi si inseriscono laddove possono colpire meglio. E’ stato bravo l’attaccante a scegliere il posto giusto per colpire. E anche l’avversario diretto meno attrezzato, magari, ma qui parliamo di campioni. E vado oltre: considerati i giocatori che ha, è giusto che la Fiorentina difenda a zona contro squadre forti come l’Atalanta”.
Meglio marcare a uomo Zapata, magari con Milenkovic? “L’Atalanta ha tanti giocatori che fanno male in area, anche i centrocampisti e i difensori si inseriscono aggiungendo altezza e volume. Il rischio di prendere gol sarebbe stato comunque alto, considerate le caratteristiche dei giocatori viola. Alcuni allenatori usano la zona mista, assegnando spazi fissi a due, tre o anche quattro giocatori e stabilendo marcature specifiche sugli due, tre avversari pericolosi. Si può fare, come no. Anche se marcare a uomo sembra più semplice e invece ti espone a tanti rischi contro squadre attrezzate. Ci vogliono i giocatori giusti… La Fiorentina non li ha. Io capisco la scelta di Iachini. Poi certo, quando gli avversari sono forti (e l’Atalanta lo è parecchio, mette in difficoltà tutte le difese del campionato italiano) può anche succedere che Bonaventura si trovi su Zapata. Prima era diverso. I difensori avevano più possibilità per non far saltare gli avversari. Magari li abbracciavano… Ora se fai fallo è rigore. E le scorrettezze sono diventate, diciamo, una specie di arte”.
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Redazione LaViola.it