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Bonaventura, Borja Valero… e Callejon: al mercato degli svincolati. I soldi di Chiesa…

Barone Commisso Pradè Fiorentina

Un altro spagnolo a parametro zero per la Fiorentina: l’ex Napoli sempre più vicino. Con la partenza di Federico, però, determinante spendere bene quei soldi

Si avvicina sempre più alla Fiorentina Josè Maria Callejon. Lo spagnolo svincolatosi dal Napoli a inizio agosto, dopo sette stagioni con 349 partite, 82 gol e 78 assist, può arrivare a parametro zero a Firenze: per lui sarebbe già pronto un contratto biennale. Un giocatore importante, spesso fondamentale, nel Napoli che negli ultimi anni ha lottato per le prime posizioni in Serie A giocando con continuità tra Champions League ed Europa League. Come ruolo, l’ex Real Madrid ha agito quasi sempre come attaccante esterno o trequartista sulla fascia destra, meno da centrocampista a tutta corsia. Posizione che, in questo inizio di campionato, ha coperto a destra Federico Chiesa. Ci sarebbe da ragionare su una nuova Fiorentina, insomma, e probabilmente gli ultimi giorni di mercato porteranno Iachini a lavorare su un nuovo assetto tattico.

A ZERO. Quello di Callejon, comunque, sarebbe il terzo acquisto a parametro zero di questa sessione di mercato. La Fiorentina, insomma, nell’estate dei problemi economici (per tutti) e del bilancio penalizzato (anche) dal Covid, si è rivolta con forza al mercato degli svincolati. Giocatori di esperienza che, secondo l’idea della società, possono ancora recitare un ruolo importante in questa Fiorentina in cerca di esperienza e personalità. Fin qui, sono arrivati a Firenze a zero sia Giacomo Bonaventura che Borja Valero, da Milan ed Inter. Il primo, nel giro della Nazionale di Mancini, schierato sempre titolare da Iachini; il secondo, invece, in campo per ora solo due manciate di minuti contro Torino ed Inter. Due arrivi non ‘leggeri’ ma inserire sul monte ingaggi, ma che appunto sono costati zero per cartellino. Così come sarebbe Callejon, che al Napoli aveva un contratto da circa 3 milioni a stagione.

MERCATO DEGLI SVINCOLATI. Del resto, Pradè in carriera aveva già ‘pescato’ con continuità sul mercato degli svincolati. Spesso con ottimi colpi (Ribery e Caceres lo scorso anno, Alonso, Pizarro, Aquilani, ma anche gli stessi Toni, Ambrosini e Tatarusanu nella prima sua esperienza in viola), a volte con qualche ‘flop’ (Iakovenko e Verdù). Ora, però, la cessione di Chiesa imporrà un cambio di strategia negli ultimi giorni di mercato. Di fatto, dopo le dichiarazioni di qualche settimana fa (“squadra fatta al 95%”), linea tenuta da Ds, presidente e allenatore, la Fiorentina sta lavorando per compiere una possibile mini-rivoluzione finale.

MINI-RIVOLUZIONE FINALE? A sinistra arriverà Barreca in prestito con diritto di riscatto dal Monaco, ma con i soldi provenienti da Chiesa (al di là delle modalità di pagamento, entreranno in cassa almeno 55 milioni) la società è chiamata a rinforzare la squadra in diversi reparti. Sulla destra, come detto, sempre più vicino Callejon, ma attenzione anche a Faraoni del Verona. In difesa, invece, soldi cash sono destinati al River Plate per portare in viola Martinez Quarta, interessante centrale nel giro della Nazionale argentina che arricchirà il reparto arretrato (al netto della permanenza di Milenkovic, Pezzella e gli altri). Altri ingressi dietro (qualcuno fa ancora il nome di Izzo, non certo protagonista ora nel Torino) sono poi vincolati ad altre uscite, come ad esempio quella di Ceccherini (anche Igor ha mercato, dipenderà anche dalla sua voglia di giocare con più continuità): numericamente, nel caso si continuasse con la difesa a tre, servirebbero comunque sei giocatori dietro.

L’ATTACCANTE. Così larga parte dell’incasso per Chiesa potrebbe essere ‘giocata’ dalla cintola in su. In particolare per quell’attaccante ‘importante’ che farebbe fare il salto di qualità (e lo si è capito bene anche in queste partite iniziali). Piatek piace da tempo, anche se non convince fino in fondo (tanto che la Fiorentina era rimasta così davanti fino ad ora), mentre è Milik il profilo che farebbe saltare il banco. Il polacco del Napoli sembrava inarrivabile, è ancora complicato ma se i club inglesi e il Psg (dopo la porta chiusa a Roma) dovessero defilarsi definitivamente, la strada sarebbe più percorribile (altrimenti dovrebbe stare un anno in tribuna a Napoli, da separato in casa: non il massimo nell’anno degli Europei). Chiaro, in questo caso servirebbe un esborso da almeno 25 milioni (a titolo definitivo, o tra prestito e obbligo di riscatto – formula da chiarire, perché Milik va in scadenza tra un anno col Napoli) e uno sforzo non da poco sull’ingaggio.

IL ‘PALLINO’. L’altra pista mai tramontata è quella che porta a De Paul. Giocatore che potrebbe occupare più ruoli, dal centrocampo alla trequarti fino alla fascia. Ma l’Udinese, anche in questi giorni, continua a chiedere 40 milioni. Non certo pochi. L’argentino è un ‘pallino’ di Pradè e Commisso, da tempo chiede di poter fare un salto in avanti in carriera, ma i Pozzo sono rimasti fermi sulla loro richiesta (rimasta identica rispetto ad un anno fa, pre-Covid). Per questo resta un’opzione molto complicata. Ma la Fiorentina, vista la sempre più probabile partenza di Chiesa, è chiamata a rinforzarsi per “migliorare il campionato scorso”. Anche, poi, alla luce della figuraccia di ieri. È il primo mercato ‘vero’ di Commisso, nonostante le difficoltà dovute al bilancio e al Covid. Vendere Chiesa ci sta, non investire bene quei soldi però sarebbe un grande autogol.

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