La partenza complicata, in Champions è quasi fuori, ma ora è il Bologna di Italiano e in campo si vede
Non come le altre e certamente più delle altre: gara unica. Italiano-Fiorentina è un’associazione che è durata tre anni con in più un asterisco piazzato lì, recentissimo, a Lisbona. La formazione iniziale fatta contro il Benfica era un pensiero da doppio impegno, scelte verso la sfida al passato, quella di oggi, 27.000 spettatori previsti e una rivalità che – già presente e tosta prima – ora coinvolge anche la panchina. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
AL PASSATO. Una lotta al passato non nel senso dispregiativo del termine: è rivedersi (oggi) e in qualche modo voler dare una spallata a un passato che comunque gli è rimasto dentro. Avrà le farfalle nello stomaco, lo ha confessato ad amici: perché a Firenze ha comunque passato tre anni come li passa lui, da innamorato del calcio e della piazza. Magari con meno mezzi di oggi. Ma mai le parti saranno nemiche. Dicono, i maligni: ha perso tre finali (2 di Conference e una di Coppa Italia). Come no. Ma in finale arrivaci tu, intanto.
BOLOGNA. Ora Vincenzo ha gli stessi punti di Motta un anno fa, con una gara in meno e la Champions in più. Ora Italiano va: dopo l’inizio contorto. Il pari a casa-Juve e al “Da Luz” hanno certificato un concetto reale: ora è il Bologna di Vincenzo.
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Redazione LaViola.it