Anche a Bologna grandi passi in avanti per lo stadio. Il modello Nuovo Dall’Ara potrebbe essere applicato anche al Franchi?
Dopo Milano, Bologna. Dopo San Siro, il Dall’Ara. Mentre a Firenze si discute su dove, come e (soprattutto) se costruire il nuovo stadio altrove o ristrutturare il «vecchio», dopo tante chiacchiere, oltre Appennino passano ai fatti, scrive il Corriere Fiorentino. E se il via libera della sovrintendenza di Milano all’abbattimento del Meazza («perché non ha interesse comunale») aveva contribuito a far innervosire Rocco Commisso (alle prese con vincoli ad ora insormontabili al Franchi) spingendolo a virare deciso verso Campi Bisenzio, chissà come avrà preso la notizia arrivata un paio di giorni fa dall’Emilia col Bologna che fa passi in avanti per la ristrutturazione del Dall’Ara.
Un nuovo modello, misto pubblico/privato che, fino ad oggi, non si era praticamente mai visto: c’è il Comune di Bologna, c’è (ovviamente) il club, ma c’è soprattutto Fincantieri che ha in Cassa Depositi e Prestiti il suo azionista di riferimento. I tre, secondo le cifre circolate in queste ore, si divideranno un investimento di 150 milioni di euro: 70 li metterà Saputo, 50 saranno finanziati dal credito sportivo,il Comune si dovrebbe impegnare per i restanti 30. La concessione dovrebbe durare 40 anni.
La domanda è: può essere un modello replicabile anche per l’Artemio Franchi? Teoricamente sì, anche se non rispetta tutte le condizioni indicate da Commisso, soprattutto il «total control», la completa proprietà dell’impianto e la sua gestione. Il nuovo Dall’Ara inoltre, cambierà parecchio rispetto all’impianto attuale, ma non verrà abbattuto. Rimarranno intatte la Torre di Maratona (già, anche lì) e il corpo della tribuna centrale. Le curve, invece, verranno spostate in avanti (a meno di 10 metri dal campo) lasciando alle proprie spalle circa mille metri quadrati per servizi e commerciale.
Un progetto non esattamente simile a quello immaginato da Commisso per il Franchi che, come ormai noto, vorrebbe buttare giù entrambe le curve. Teoricamente, se arriverà la legge per semplificare gli interventi sugli stadi, magari i vincoli posti dal soprintendente Andrea Pessina potrebbero essere più limitati. E sulla vendita del bene vincolato, lo stesso Pessina non ha messo muri (ma è una scelta che passa da Roma, ci vuole l’ok del Ministero).
Da New York e dalla sede della Fiorentina nessun commento ufficiale. Probabile che un riferimento a quanto si sta muovendo nelle altre città arrivi oggi (appuntamento alle 15), quando Rocco prenderà la parola in occasione del primo anniversario da presidente viola.
Di
Redazione LaViola.it