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Bollito a chi? Borja record di km con l’Udinese e con Saponara torna todocampista

Quando la scorsa estate, il direttore generale della Fiorentina Pantaleo Corvino parlava di difesa dei pilastri, Borja Valero era uno di quelli a rischio partenza. Luciano Spalletti ha sempre ammirato il centrocampista spagnolo, che negli ultimi tempi sembrava soltanto lontano parente di se stesso. Ma quel preliminare di Champions League ha allontanato drasticamente l’ex Villareal dalla capitale. Hanno provato anche dalla Cina a strappare Borja da Firenze. Senza successo, perché con Firenze lui ha un legame che va oltre la semplice parola speciale. Il tutto nonostante ci fosse una parola data dalla precedente gestione sportiva su un ulteriore rinnovo di contratto che con l’avvento di Corvino è rimasto in stand-by.

Ma negli alti e bassi di questa stagione viola, Borja Valero é spesso finito sul banco degli imputati. Come ad esempio a Roma, dove era sembrato uno dei primi a mollare nel momento di difficoltà. Ma nel momento forse più difficile della sua esperienza fiorentina (CLICCA ANCHE QUI), lo spagnolo è tornato ai suoi standard. E non solo per aver ritrovato il gol dopo quasi un anno, ma anche nei numeri e nelle statistiche. Deliziose alcune sue giocate, con due aspetti particolarmente degni di nota, oltre all’aver segnato il gol che ha messo in discesa la partita. I chilometri percorsi da Borja contro l’Udinese: 11.66.

Più di ogni altro giocatore in campo. L’altro è il ruolo che è tornato a coprire nel finale con l’ingresso del neoacquisto Saponara. Di nuovo basso in mediana, dove con il primo Vincenzo Montella aveva fatto innamorare il calcio italiano. Ruolo dove può esprimere al meglio le proprie doti di pensatore e distributore di palloni geniali oltre che di rallentatore del gioco in situazioni di vantaggio. Borja torna dunque alle origini. O meglio torna todocampista.

Frullare e pressare da solo sfinendosi, esperimento proposto dall’ultimo Montella, non ha dato grandi frutti annebbiandone genio e classe oltre che prosciugandolo di energie preziose. E chissà che con la crescita di Saponara, con graduale inserimento in pianta stabile nell’undici titolare, Borja non possa tornare ad illuminare il gioco viola. Ne guadagnerebbe lui, la Fiorentina, ed il gioco stesso. E non solo gigliato, ma quello del calcio in generale. Perché il primo Borja visto al Franchi era semplicemente spettacolare ed universalmente ammirato. Intanto il suo messaggio l’ha mandato chiaramente, oltre all’inchino alla Fiesole ed a Firenze: bollito…bollito a chi?

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