Un ritorno al passato e non solo con l’ex attaccante viola che ha parlato della sua esperienza a Firenze
Valeri Bojinov ha parlato, tramite diretta Instagram, con LaViola.it rispondendo anche alle domande dei tifosi collegati: “Questo è un momento difficile per tutti noi calciatori, ma dobbiamo stare a casa come tutti e aspettare che questo virus passi. Noi abbiamo un programma settimanale da dover seguire e lo stiamo rispettando. Ci alleniamo due volte a settimana con il preparatore atletico tramite video chiamata. Finché si poteva io andavo a lavorare qui in spiaggia a Pescara. Ora però non posso più uscire. Per fortuna qui davanti a casa ho una strada chiusa e cerco di lavorare lì“.
Com’è stato il tuo ritorno in Italia?
“Ero in Turchia in ritiro e mi ha chiamato il mio procuratore parlandomi del Pescara. Io ho accettato perché per me l’Italia è la mia prima casa. Sono cresciuto calcisticamente e come uomo. Per me sarebbe il massimo chiudere la carriera in Italia. Poi mi ha chiamato il presidente Sebastiani e sono partito per Pescara. Purtroppo non ho ancora avuto tempo di giocare vista la situazione“.
Dusan Vlahovic non ti dà pace sui social?
“Gli voglio troppo bene. L’ho conosciuto al Partizan e ho giocato con lui. A 15 anni in lui rivedevo un Bojinov ancora più cattivo e presuntuoso ma in senso buono. Io lo guardavo perché mi piaceva questo suo atteggiamento, e pensavo che sarebbe diventato un grande giocatore. Ho visto in lui un talento pazzesco. Non è un caso che poi Corvino lo abbia preso. Sta facendo grandi cose ma deve lavorare. Se vuole diventare grande Firenze è la piazza giusta. Dusan ha una fame che in pochi giocatori ho rivisto. Lui sotto porta è quasi troppo cattivo. Non si arrende mai. Ha fame e cattiveria e vede solo la porta quando gioca. E’ pazzesco“.
Cosa ricordi del tuo arrivo a Firenze?
“Sapevo che arrivavo in una grande squadra con una grande tifoseria. Era il primo anno in Serie A dei Della Valle e c’erano grandissimi giocatori. Però la situazione era un po’ difficile per noi. Ci siamo salvati al termine della stagione e ci è andata anche bene. Firenze è una città splendida e anche per la tifoseria i fatti parlano da soli, non c’è bisogno che io dica qualcosa. I tifosi non dormono mai a Firenze, vogliono sempre il massimo e raggiungere traguardi importanti. Con Corvino arrivarono giocatori di grande valore, come Luca Toni. C’era anche Pazzini. In quegli anni ci sono stati giocatori davvero importanti. Per anni la Fiorentina è arrivata nelle coppe“.
Che rapporto hai con Corvino?
“L’ultima volta che l’ho sentito è quando la Fiorentina voleva prendere Vlahovic e Milenkovic. Lui mi ha chiamato chiedendomi cosa pensassi di loro. Io gli ho detto di prenderli senza pensarci perché sono giocatori forti. Il denaro speso per loro tornerà 10 volte di più. Sono ragazzi umili che hanno voglia di lavorare e la loro qualità non si discute. Sono due giocatori molto importanti per la piazza. Per me non vanno venduti perché se si vuole fare una grande Fiorentina giocatori come loro servono. Mi auguro che la Fiorentina possa fare quello che stanno facendo Atalanta o Lazio“.
Rimpianti per l’esperienza a Firenze?
“No, anche perché non posso cambiare niente. Sono felice di aver avuto la possibilità di giocare in una grande squadra come la Fiorentina. Sono arrivato in una grandissima città con una grandissima tifoseria dopo essere stato amato a Lecce dove ero diventato un simbolo. Mi ricordo che dopo le partite andavo a casa a piedi ma vedevo sempre tantissimi tifosi. E anche dopo le vittorie mi chiedevano di vincere ancora. Firenze è una piazza che vuole tanto dalla squadra e non si accontenta mai. Ma è giusto così“.
Il giocatore più forte con cui hai giocato?
“Ne ho incontrati veramente tanti. Se facessi un nome farei dispetto a tutti gli altri. Nella Fiorentina mi sono divertito molto con Luca Toni. E’ stato un anno e mezzo bellissimo. Lui è sempre uno che ha voglia di ridere e scherzare. A fine allenamento facevamo la partitella: io facevo la mia squadra e lui la sua. Si era creato un bellissimo gruppo. Toni è uno che ti fa sempre sorridere. Non l’ho mai visto un giorno triste. E’ una persona eccezionale. Ma anche Frey, Pazzini, Fiore erano compagni così“.
L’allenatore con cui ti è piaciuto di più lavorare?
“La mia esplosione è avvenuta con Zeman ma lavorare con Prandelli è stato un onore. Ho imparato tantissimo da lui. Ha sempre parlato tanto con noi giocatori. Quando sei giovane a volte non capisci quello che ti dicono, ma con gli anni poi ho capito che valore ha avuto Prandelli nella mia carriera. Mi dispiace che in questo momento non riesca a lavorare“.
Altri giocatori che consiglieresti alla Fiorentina per il futuro?
“Adesso non lo so. Io ho solo detto a Corvino che se avesse preso Vlahovic e Milenkovic non avrebbe sbagliato. E così sta succedendo. Milenkovic è un tipo sereno, con la testa sulle spalle. Vlahovic è più esplosivo. Ora deve lavorare bene e avere un pizzico di umiltà. Quando lo sento ogni tanto gli tiro le orecchie”.
Gol più bello?
“Forse quello contro la Lazio che ho messo sui social nonostante Vlahovic mi prenda in giro (ride ndr). Un gol di destro dopo la sponda di Toni. Vlahovic dice che è solo fortuna, vediamo lui cosa riesce a fare. E’ stato un gol pazzesco. Difficile anche solo rifarlo. Mi piace fare questi gol, sono strano come giocatore“.

Di
Niccolò Misul