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Boateng torna (per la prima volta da ex) a San Siro. Ma partirà ancora in panchina

La maglia numero 10, un ruolo da leader. Ma a settembre è sempre partito dalla panchina. Sfida per la prima volta a San Siro i rossoneri (sperando di giocare).

Era arrivato per dare esperienza, personalità e classe alla Fiorentina. Fin qui si è però dovuto accontentare di una sola maglia da titolare su cinque gare di campionato. E anche a San Siro è destinato a partire dalla panchina. Kevin-Prince Boateng è entrato subito con convinzione nello spogliatoio viola, portando carisma e qualità nel bel mezzo di un agosto in cui la Fiorentina faticava a trovare una propria fisionomia. Ma con l’inizio di settembre ha trovato sempre la panchina. ‘Falso nueve’ o trequartista, dopo una carriera che lo ha visto ‘girare’ tutti i ruoli del centrocampo. Come al Milan, quando da mezzala (ma anche trequartista, a volte anche punta) fu tra i protagonisti nell’ultimo scudetto rossonero.

A MILANO. Era il 2010/2011, il primo di Boateng al Milan. In rossonero restò fino al 2013 (giocando anche la Champions – uscito per due volte contro il Barcellona – e alzando anche la Supercoppa Italiana), per poi tornare per sei mesi nel 2016, quando la squadra di Mihajlovic arrivò fino alla finale di Coppa Italia (poi persa con la Juve). L’esperienza calcistica più importante della carriera del Boa, quella rossonera: 114 presenze, 18 gol e 16 assist. Emozioni ed esultanze che Kevin-Prince non ha dimenticato. Poi lo Schalke 04, il Las Palmas, l’Eintracht Francoforte, il Sassuolo, il Barcellona… e la Fiorentina.

FIRENZE. Un giramondo, Kevin-Prince, che con la 10 sulle spalle spera di lasciare il segno anche alla Fiorentina. Il gol in amichevole, su rigore, contro il Galatasaray al Franchi, poi titolare senza incidere contro il Monza. Quando a decidere la partita era stato poi il subentrato Vlahovic, con una doppietta. Con il Napoli è poi partito fuori, trovando però un gran gol da subentrato. Quasi un marchio di fabbrica, la bordata da fuori. Ma la riprova contro il Genoa, l’unica da titolare in campionato, è stata poi negativa.

PANCHINA. Così, con l’inizio di settembre (senza che il mercato avesse portato un nuovo attaccante ‘da 20 gol’, con il solo Pedro arrivato però in ritardo di condizione), Montella è passato al 3-5-2 con l’attacco veloce Chiesa-Ribery. Senza punte di riferimento, senza Boateng e Vlahovic. E la staffetta tra i due si è dunque spostata in panchina. Contro Juve e Atalanta il Boa è entrato negli ultimi 20 minuti, contro la Samp è invece rimasto a guardare. Un totale di 144 minuti in campionato, in quattro presenze. Sicuramente meno di quanto si aspettasse: un anno fa di questi tempi Kevin-Prince aveva già messo a segno 3 gol in 5 gare con il Sassuolo.

RITORNO A SAN SIRO. E il ghanese dovrebbe rimanere inizialmente fuori anche contro il Milan. Una gara speciale per lui, inevitabilmente. Ma Montella vuole dare continuità a Chiesa-Ribery davanti, e a uno schieramento che non prevede una punta di ruolo. Almeno all’inizio. “Emotional game tonight”, ha twittato poco fa il 32enne, ricordando con un video le sue giocate in rossonero. Tra l’altro, Boateng non ha mai sfidato il Milan a San Siro. L’unico incrocio contro i rossoneri un anno fa, ma al Mapei, con l’1-4 rimediato contro la squadra di Gattuso. Il Boa aspetta il suo momento: l’intesa fuori dal campo con Ribery e Chiesa va alla grande, è uno dei leader dello spogliatoio. Ma vorrebbe incidere anche sul campo: “Arriveremo a giocare anche con una punta di ruolo, come piace a voi e a me”, ha detto ieri Montella. Per adesso però il ghanese (che tra l’altro è il 4° più pagato in rosa dopo Franck, Fede e Badelj) dovrà puntare ad essere determinante a gara in corso, magari come contro il Napoli. Per lasciare per la prima volta il segno, da ex, contro il ‘suo’ Milan.

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