Ludwigzaller tira i primi bilanci nell’anniversario del primo anno di Rocco Commisso alla presidenza della Fiorentina. E paragona il patron viola al cittadino Kane di Orson Welles
A un anno esatto dall’insediamento di Commisso alla guida della Fiorentina, si possono tentare i primi bilanci. E misurare la distanza tra aspettative e realtà, un po’ come accade al cittadino Kane nel capolavoro di Orson Welles. Tutto congiura affinché il giovane Kane occupi un posto di tutto rispetto nel mondo, a cominciare da una miniera d’oro, non una miniera qualsiasi, ma la più ricca sulla terra. Sicché la madre lo consegna a un banchiere perché lo educhi. Il bambino, che aveva appena costruito uno slittino e si preparava a battezzarlo con il nome di Rosabella, recalcitra ma nulla può. A diciotto anni il suo tutore, avido ma onesto, gli consegna una straordinaria fortuna. Il giovane Kane che è un sincero democratico usa la stampa per attaccare quella plutocrazia di cui fa parte e costruisce la sua fortuna attraverso i giornali.
Quando la rete dei suoi giornali locali copre tutta l’America Kane investe nel suo grande sogno, la politica. Si tratta di diventare senatore per poi aspirare alla presidenza, ma le cose non vanno esattamente come si aspettava. Una storia d’amore clandestina lo tradisce: la moglie chiede il divorzio, il suo avversario politico per il seggio al senato lo convince a ritirarsi. Tenterà poi inutilmente di fare della sua seconda moglie una grande cantante lirica, salvo scoprire che è incredibilmente stonata. Non gli resta allora che costruire una immensa e fantasmagorica residenza, dove trascorre i giorni in solitudine, pieno di rimpianto per quell’infanzia povera e per quello slittino di cui aveva appena deciso il nome prima che il banchiere lo rapisse e lo conducesse nella grande città.
Non è andata così a Commisso, ma le difficoltà inaspettate che si nascondono dietro l’ambizione e i grandi progetti si sono manifestate puntualmente, a imitazione, quasi, della sfortuna di Kane. I primi passi sono trionfali, Commisso decide di confermare Montella alla guida della squadra e di dare a Pradè il compito di direttore sportivo, ricostruendo una coppia storica. Avvia colloqui con il Comune per la costruzione dello stadio. A Firenze vengono richiamati i tanti giovani che la Fiorentina aveva mandato a maturare in provincia e che si erano fatti onore.
Arriva Franck Ribery, campione usurato, cui Montella inventa una posizione in campo nuova, non più da esterno come nel Bayern, ma da creatore di gioco, che sa anche difendere e farsi trovare pronto sotto rete. Castrovilli è sottratto all’ennesimo anno alla Cremonese e promosso titolare. Inizia però tutta una serie di eventi imprevisti. Ribery mostra tutto il suo spirito polemico strattonando un guardalinee, poi si fa male. La forma di Chiesa è modesta. Giovani come Ranieri o Venuti si dimostrano inferiori alle attese e almeno per il momento non adatti alla serie a. Da quel momento tutto si complica. Montella infila una serie di sconfitte che impongono l’esonero. Arriva un allenatore di più modeste pretese e meno dotato d’immaginazione, che schiera molto spesso la squadra in difesa. Intanto è cominciata la discussione con il Comune che si rivela piena d’insidie e interminabile. Il lockdown chiude di fatto la stagione, fino alla riapertura prossima.
Come con Kane, anche con Commisso gli dei hanno forse provato una certa invidia e si sono messi di traverso. Il sincero, generoso e intelligente Rocco ha però ancora molte carte da giocare. I suoi obiettivi sono intatti, e il prossimo anno, ne siamo sicuri, sarà quello giusto. Anche se nel suo animo vive forse il ricordo di un carrettino di nome Rosabella con cui si divertiva in Calabria, prima di partire per l’America.
di Ludwigzaller
Di
Redazione LaViola.it