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Il blog di Ludwigzaller: Parteggiare

Con tre vittorie consecutive la Fiorentina si è rialzata. Ora deve sconfiggere alcuni dubbi: a quel punto potrà decollare definitivamente una stagione che secondo Ludwigzaller darà delle soddisfazioni imprevedibili a chi parteggia

Scrive Gramsci in un appunto del 1917: “Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti”. Passeranno solo pochi anni prima che un giovane uomo, che era stato a lungo rinchiuso in un sanatorio, decidesse di pubblicare un romanzo che voleva rappresentare in modo critico la vita degli inetti. Il romanzo era Gli indifferenti, l’autore Moravia.

Di inetti parlerà anche Svevo. In altre parole l’uomo non è chiamato a essere sempre oggettivo, equilibrato, sensibile agli argomenti di due o più parti. Talvolta deve parteggiare. Parteggiarono dagli anni Trenta in poi coloro che vedevano il pericolo del nazismo, come Walter Benjamin. Parteggiare significa selezionare gli argomenti in modo da far emergere quelli a favore della causa che difendiamo, e oscurare gli altri. Parteggiare è una tecnica giuridica e retorica.

Questa lunga premessa per dire che la settimana scorsa, di fronte alla catastrofe che incombeva sulla Fiorentina, ho creduto giusto scrivere a favore della squadra e dell’allenatore in modo esplicito e senza tante finezze. Si trattava di erigere una linea Maginot, che senza risultati in campo, lo sapevo, era destinata a crollare. Ma la ragione suggeriva che pareggi come quelli con l’Atalanta e la Juventus, persino sconfitte come quella con il Napoli, non andavano presi sul serio. I progressi c’erano, il gioco cresceva e la squadra appariva sempre più matura.

Sono bastati, infatti, pochi giorni perché la Fiorentina si scoprisse estremamente concreta, capace di mettere a frutto quell’idea di gioco che già s’intravedeva. Ne sono venute fuori tre vittorie diverse: dominata con la Sampdoria, spettacolare a Milano, combattuta con l’Udinese. Una classifica cortissima ci ha permesso di passare dall’ultimo posto in solitario a quella zona Uefa che ci compete.

Il pericolo principale si conosce: ed è rappresentato dal rilassamento e da un calo fisico e mentale che la pausa non agevola. Di ritorno dalle pause le squadre di Montella hanno sempre fatto passi indietro. L’altra dinamica è psicologica e difficile da definire. Il fatto è che il pubblico fiorentino non è abituato alla felicità e alle vittorie. Sicché non se le gode, i dubbi sui giocatori e sul gioco aumentano anziché sparire. Le critiche si fanno più sottili e ricercate. E al primo inciampo il pessimismo riprende campo. La partita con l’Udinese è un buon esempio: abbiamo vinto, ma dovevamo dominare in modo più chiaro, abbiamo segnato un gol, ma se ne potevano fare due, Chiesa non ha brillato e così via.

Sconfiggere questi dubbi è fondamentale affinché possa decollare definitivamente una stagione che secondo me darà delle soddisfazioni imprevedibili a chi parteggia.

di Ludwigzaller

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