Da quando tengo il blog, che aveva in passato una forma più dimessa e meno visibile, due lettori e commentatori si sono rivelati particolarmente fedeli. Nella mia immaginazione formano una coppia, come Starsky & Hutch, o Simon & Garufunkel, ma si tratta, presumo, di entità distinte. Sono due signori non esattamente giovanissimi, hanno fatto buone scuole (il Liceo Michelangiolo) e si esprimono in un italiano elegante, abitano, o abitavano, in belle case con vista panoramica. Hanno, credo, figli e nipoti. Ricordano la Firenze di un tempo e sono dotati di memoria storica anche per quanto riguarda la Fiorentina. Uno dei due, Berardo, mi sembra più esperto di questioni finanziarie, l’altro è interessato alla storia e segue le conferenze e le mostre. Il prototipo di entrambi è quello che tante altre volte ho evocato qui: non il tifoso sempre arrabbiato ed insoddisfatto, ma l’appassionato che valuta, ragiona, soppesa i fatti.
Da un po’ di tempo, però, anche l’atteggiamento di Berardo & Paolotto sembra cambiato. Fino a qualche mese fa accettavano, mi pare con serenità, o forse con rassegnazione, le prestazioni non sempre felici della Fiorentina. Certo, covavano una certa insoddisfazione, ma senza superare i limiti di quello che gli inglesi definiscono l’understatement, un atteggiamento tipicamente toscano.
Ora anche gli equilibrati Paolotto e Berardo si stanno arrabbiando. Non sopportano più che le strategie della Fiorentina siano condizionate dalla mancanza di rischio e dai bassi investimenti. Non accettano di vedere la squadra precipitare in basso, sconfitta persino al Viareggio. Nell’analisi dei motivi che hanno portato la Fiorentina nella attuale situazione Paolotto & Berardo scartano tutte le ipotesi alternative. La colpa delle sconfitte non è di Sousa, cui si riconosce l’ottimo risultato nel girone di andata dell’anno scorso. Non è nemmeno dei giocatori, che avranno certi limiti, ma ce la mettono tutta. Unica responsabile è la proprietà, che si avvale di oculati e grigi ragionieri per tener legati i cordoni della borsa. Il direttore sportivo Corvino è stato ingaggiato perché in sintonia con i programmi di risparmio e riduzione del deficit. Si cerca ora un allenatore che si adegui a questo stato di cose e non chieda nulla. Si arriva al paradosso di non inseguire risultati europei perché troppo complicati e costosi. Ed è da prevedere che si venderanno ancora i giocatori migliori, facendo arrivare a Firenze mediocri sostituti. I consigli di amministrazione sono visti come riunioni di vampiri che pianificano, in un castello della Transilvania, l’invasione del mondo.
Le posizioni dei commentatori tradizionalmente più equilibrati si stanno insomma rapidamente avvicinando a quelle dei più radicali, sicché ad occupare il centro del blog è rimasto solo, oltre a me, il mitico “Uno che se ne intende”. La borghesia della Maratona e della Tribuna centrale guarda all’estremismo della Fiesole.
Concedetemi di non entrare nella discussione. È privilegio dello storico osservare senza partecipare. Quello che mi sento di dire è che la rabbia di Berardo & Paolotto non deve essere sottovalutata. Se protestano loro vuol dire che qualcosa sta cambiando nell’atteggiamento dei sostenitori viola. La maggioranza chiede ai dirigenti di cambiare registro, investendo di più, accettando maggiori rischi, programmando con più attenzione. L’alternativa è un passaggio di consegne tra l’attuale ed una nuova proprietà, che in molti non esitano ad auspicare. Per quanto mi riguarda, confesso di non sentirmi pronto per i cinesi.
di Ludwigzaller
Di
Redazione LaViola.it