Sono in grado di rivelare in anteprima, battendo la concorrenza delle più titolate gazzette, un retroscena di mercato. Corvino ha chiuso con il River Plate l’acquisto del giovane attaccante argentino Enrique Bernardeschi. Il costo dell’operazione, 80 milioni di euro, non è usuale per la società viola, ma le mie fonti mi assicurano che durante recenti lavori edili è stato finalmente scoperto, dietro un muro di cartongesso, il tesoretto accumulato dai Della Valle negli ultimi vent’anni.
L’attaccante Enrique Bernardeschi ha una media goal straordinaria, più di un goal a partita e potrà affiancare Kalinic rendendo l’attacco della Fiorentina ben più pericoloso di quanto è stato finora. La biografia di questo giovane calciatore sconfina nel leggendario. Nasce a Carraras nella provincia di Catamarcas in una poverissima favela da genitori nullatenenti. Ed è nell’Atletico Carraras che muove i primi passi, fino al trasferimento nella cantera del River, che lo spedisce in prestito allo Young Boys di Crotona. Enrique può giocare in qualsiasi posizione in attacco, esterno alto, centravanti o trequartista. E chi l’ha visto assicura che si tratta di una vera forza della natura. Del resto già circolano su youtube i video di alcune sue segnature e chiunque si può rendere conto della qualità di questo giocatore. La sua specialità sono certe cannonate che lascia partire facendo secchi il portiere e i difensori.
Nella recente partita tra il River e l’Empoles di Rosario ad esempio è entrato in area palla al piede e ha fatto esplodere un tiro imparabile nel sette che il portiere non ha visto nemmeno partire. È chiaro che con Enrique Bernardeschi in squadra il campionato della Fiorentina è destinato a cambiare. Se finora un piazzamento in Europa League sarebbe stato ben accetto, dopo questo acquisto puntare alla Champions diventa doveroso. E non soltanto per i goal e gli assist che potrà fare ma anche perché la sua presenza potrà liberare in parte Kalinic dalle asfissianti marcature cui era sottoposto finora.
I paragoni con i più grandi campioni del calcio argentino si sprecano. C’è chi dice che Enrique Bernardeschi sia un misto di Sivori e Batistuta in quanto alla notevole tecnica unisce fisicità e senso del goal. Uno così in Italia non poteva nascere perché è chiaro che all’origine del suo calcio ci sono le migrazioni dei gauchos nelle grandi pianure, il tango, la poesia di Borges e i romanzi di Bolaño.
Secondo Javier Marías, “il cognome di Enrique Bernardeschi cela lontane origini italiane, ma lo spirito battagliero di questo giocatore fa pensare alle imprese dei conquistadores e alle disfide al coltello nelle osterie. Al sangue sparso nei sacrifici umani”. Naturalmente era necessario compensare l’altissimo investimento. Il bilancio prima di tutto. E così Corvino, per rientrare in parte dalla spesa, ha ceduto al Sassuolo il modesto terzino Federico Bernardeschi, senza grandi rimpianti da parte di tifosi ed esperti, visto che si trattava di un giocatore assolutamente normale, per 3 milioni di euro. A parte l’omonimia, i due Bernardeschi si assomigliano come gocce d’acqua: sono alti uguali, hanno lo stesso ciuffo e persino la stessa fidanzata.
Peccato, ha commentato Paulo Sousa, perdo un terzino che mi era molto utile: ma mi adatterò.
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Di
Redazione LaViola.it