Confronti tra la Fiorentina di Montella del passato e quella del presente
Nel 2012-13 la Fiorentina di Montella, dopo un avvio incerto, infila una lunghissima serie positiva, interrotta solo da una sconfitta con la Roma, in quella che appare la più bella partita del campionato, e con il Pescara, che a Firenze si copre e sfrutta la vena di Perin. Il girone di ritorno incomincia ancora con qualche passo falso. Montella sostituisce il 3-5-2 con il 4-3-3 di Cuadrado, Jovetic e Ljajic e chiude a settanta punti, a due punti soltanto dal Milan che va in Champions.
Al secondo anno, con Mario Gomez e Joaquin al posto di Toni e Ljajic, la squadra assorbe bene l’infortunio di Gomez. Gira addirittura a trentasette punti, ma il ritorno si complica perché Rossi è azzoppato. Finiamo quarti ma a sessantacinque punti. Nel 2014-15 facciamo trenta punti all’andata, e di nuovo trentaquattro punti al ritorno, nonostante un’impegnativa EL. Montella cambia più moduli, gioca con il centravanti e con il falso nove, ma la squadra si esprime con continuità. In certi momenti si raggiungono i due punti, ma in generale la Fiorentina sta tra l’1,7 e 1,8 punti a partita.
L’allenatore e gli addetti ai lavori fanno bene a non sbilanciarsi. Questo blog tuttavia è una zona franca e io lo posso dire. A mio parere non ci sono ragioni perché non accada di nuovo. Il nostro target è esattamente quello di allora, possiamo fare dai sessantacinque ai settanta punti. Con sessantacinque punti è difficile arrivare in Champions, con settanta e più si combatte per un piazzamento Champions fino alla fine. Posso comprendere che l’obiettivo Champions appaia troppo azzardato. La logica dice che un ingresso in Champions si programma in due o tre anni. Ma il calcio non è pura logica. Se l’occasione di andare in Champions si presenta già quest’anno, deve essere colta. In futuro potrebbero intervenire variabili come un calo di forma di Ribery o la cessione di Chiesa.
La Fiorentina 2012-15 aveva un centrocampo regale, quella attuale può a sua volta schierare tre centrocampisti agguerriti sul piano tecnico, e forti anche su quello fisico, nel non possesso e nel pressing. In attacco occorrono giocatori di classe, capaci di andare in goal con giocate insuperabili. E da questo punto di vista Chiesa e Ribery non sono da meno di Jovetic o Joaquin. Dalbert non è Cuadrado, è vero, ma le sue discese possono far male. Siamo meno eleganti ma solidi e temibili, teniamo meno la palla ma sappiamo aggredire in ogni zona del campo per riconquistarla.
Dopo due sconfitte la Fiorentina attuale ha preso un ottimo passo. In cinque partite ha fatto undici punti e tiene una media di 2,2 punti a partita, con una proiezione finale, financo eccessiva, di ottanta punti. In futuro sono convinto che ne perderemo poche e che potremo vincere su ogni campo. Il pareggio sarà un’eventualità, mai un obiettivo. Le vittorie saranno la conseguenza di un sistema di gioco e non ci sarà bisogno di elaborare complicate tabelle. A differenza di quanto accadeva nell’era DV, Commisso si mostrerà generoso, se ci sarà bisogno di integrare o migliorare la rosa nel mercato invernale.
E dunque, signori, andiamo a vincere con serenità, senza sensi di colpa o rimpianti. Senza temere la felicità come talvolta capita agli umani.
di Ludwigzaller

Di
Redazione LaViola.it