
C’è una cesura nella storia della lotta tra la Fiorentina ed il mostro torinese, una sorta di passaggio da una fase adolescenziale ad una fase matura del tifo viola. Il salto di qualità avviene quando l’epico scontro non appare più il culmine della stagione e l’evento che in caso di vittoria possa riscattare altre delusioni.
In una calda giornata del maggio 1975 la Fiorentina ad esempio affrontò la Juventus in una gara che non contava niente. In campionato la Fiorentina sarebbe arrivata ottava, la Juventus invece aveva già vinto lo scudetto. Partita primaverile, ma quel 4-1 con reti di Antognoni e Casarsa, e autorete di Dino Zoff ebbe l’effetto di un potente eccitante sugli umori del tifo. Qualche tempo dopo vincemmo la Coppa Italia contro il Milan, e questa sì, fu una vittoria autentica. Andò avanti così per molti anni, tanto che gli juventini ostentavano un certo distacco. La gara di Firenze per i tifosi della Fiorentina contava, per loro molto meno. E naturalmente ad accentuare la rivalità venne la questione dello scudetto del 1982.
Difficile fissare una data precisa in cui il mutamento è avvenuto. Ma ad un certo punto si è cominciato a pensare alla partita in termini di obiettivi stagionali, battere la Juve contava certo, ma perché poteva servire a raggiungere un piazzamento in Champions o in Uefa o a fare strada in Coppa Italia. Il 4-2 conquistato da Montella con la complicità di Giuseppe Rossi apparve importante, per le lacrime di Conte e per la sonora umiliazione subita dagli avversari, ma soprattutto perché si trattava di una prova di maturità per una squadra che puntava in alto. La vittoria di Torino conquistata in Coppa Italia con due goal di Salah fu vista a sua volta come una opportunità di passare il turno e di andare avanti nella competizione.
Domenica dunque l’obiettivo è decapitare la ripugnante creatura con un colpo affilato di spada, certo, ma dalla vittoria si attendono segnali per il girone di ritorno e per le coppe. Chissà che alla fine della partita la testa della Medusa non possa essere spiccata dal torso e mostrata agli astanti, nel gesto del Perseo di Cellini.
di Ludwigzaller
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Redazione LaViola.it