Ludwigzaller analizza il modello Mapei, dal ciclismo al Sassuolo
Lo spettatore assiduo delle gare ciclistiche trascorreva ore di fronte allo schermo televisivo. Le gare sono lunghe, i telecronisti debbono riempire il tempo con infinite divagazioni, di cui Adriano De Zan era lo specialista. Quando la gara non è ancora nella fase decisiva, ci sono i panorami a consolare e a mettere di buon umore, l’infinita salita del Tourmalet, i tornanti dell’Alpe du Huez, il Ventoux calvo, senza alberi che riparino dal caldo nell’ascesa sotto il sole. Lo Stelvio e la Marmolada al giro. Ogni tanto fa capolino un lago di un intenso azzurro. Non meno importante è il paesaggio piatto, affollato di suiver e paesini, che fa da sfondo alle classiche olandesi, francesi e belghe: Roubaix, Giro delle Fiandre, Bastogne-Liegi, Vallona. La squadra ciclistica della Mapei si era specializzata in questo tipo di gare. Vantava i migliori specialisti del mondo a cominciare dal belga Musseuw. L’emiliano Squinzi, proprietario di un’impresa che produce materiali edili, fece tuttavia la fortuna di molti corridori toscani, l’astuto Bettini, lo sfortunato Ballerini, Tafi, capace di andare in fuga e di vincere una Rubaix in solitaria, Michele Bartoli. Quando Squinzi entrò nel mondo del calcio pensai subito che avrebbe lasciato un segno. La Mapei era una macchina perfetta, non soggetta a errori, che dominava le classiche e schiantava gli avversari. Solo uno fu capace di resistergli e fu quel Pantani che gli uomini Mapei consideravano il loro maggior rivale.
Squinzi decise di non acquistare un club storico, ma di partire dal basso. La scelta cadde su di una società di serie C2, il Sassuolo. Era il 2002, la Fiorentina non era messa molto meglio e competeva anch’essa per la promozione in C1. Il percorso per arrivare in Serie A è molto più complicato di quello dei viola, e dura circa dieci anni. Quando il Sassuolo viene promosso, nel 2012, l’allenatore è già Eusebio di Francesco, che rimane in Emilia fino al 2017, ottenendo un sesto posto in campionato e la qualificazione in Europa League. Per curriculum, carisma e tipo di gioco Di Francesco è considerato una sorta di gemello di Montella. Dopo un anno di transizione, nel quale la squadra passa da Bucchi a Iachini, un nuovo ciclo si apre con De Zerbi, un altro innovatore. Nel frattempo campioni come Berardi sono stati trattenuti nonostante richieste molto serie.
Il punto di svolta accomuna di nuovo Sassuolo e Fiorentina, come ai tempi della C2. Alla tredicesima giornata il Sassuolo perde con la Lazio in casa. Dopo pareggi con Juventus, Cagliari e Milan, perde con Napoli, Genoa e per 3-0 contro l’Udinese. In sette partite ha raccolto solo tre punti, Montella tra la decima e la diciassettesima partita ne aveva fatti quattro. Mentre a Firenze viene esonerato l’allenatore, i dirigenti del Sassuolo confermano De Zerbi. Alla squadra arriva ottava, senza particolari sofferenze. Nell’attuale stagione il Sassuolo è secondo con tre vittorie e un solo pareggio. In rosa ha quel Boga che è destinato a diventare uno dei talenti del calcio mondiale. Come in ogni altro campo, anche in quello calcistico serietà, coerenza nelle scelte e organizzazione pagano.
di Ludwigzaller
In copertina: Tafi vince in solitaria la Parigi-Roubaix del 1999

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Redazione LaViola.it