Di come venne e passò la Grande paura dello Spezia secondo Ludwigzaller
Intorno alle otto di sera di una giornata di primavera, il maestro Claudio Cottes esce dalla sua casa di Milano per recarsi a una prima della Scala. Si rappresenta La strage degli innocenti di un nuovo compositore Pierre Grossgemuth e pare che il soprano si mostrerà in “nudità barbariche”.
Vecchio collaboratore della Scala, il maestro Cottes, non bello da giovane, è diventato “un bel vecchio” capace di sfoggiare una testa di capelli bianchi che lo fanno assomigliare a Beethoven. Non se la passa bene, ma la Scala gli fa pervenire regolarmente biglietti omaggio. C’è qualcosa di strano nell’aria e del resto suo figlio Arduino l’ha avvertito. Potrebbe scoppiare una rivoluzione, di cui i ricchi frequentatori della Scala sarebbero le prime vittime. Una rivoluzione comunista, siamo negli anni Cinquanta, organizzata dalla potente setta dei Morzi.
La serata incomincia sotto gli auspici migliori, ma a un certo punto le porte si chiudono, va via la luce, industriali lombardi e ricchi aristocratici, gli uomini in frac, le donne che indossano toilette strepitose, si ritrovano chiusi nel foyer. Da fuori giungono scoppi che sembrano alludere alle bombe. Lo stato maggiore dei Morzi ha del resto lasciato il teatro tra il primo e il secondo atto. La notte se Dio vuole passa. Al mattino qualcuno trova il coraggio di sbirciare fuori della porta del teatro. Appare un fornaio in bicicletta che sta consegnando il pane. Non è successo niente di niente. E tutti tornano alle loro case.
Nel suo stupendo racconto Paura alla Scala Dino Buzzati ha descritto i meccanismi tipici delle grandi paure, fenomeni ben noti agli storici. Si tratta di quei momenti in cui emerge la preoccupazione che si possano scatenare forze oscure o fantasmatici nemici. Ne possiamo citare alcune. Nell’anno Mille la paura della profezia biblica, mille e non più mille, paralizza i superstiziosi uomini dell’epoca. Nel 1300 viene paventato un complotto degli zingari, che intendono sterminare tutti avvelenando i pozzi. Prima della rivoluzione francese la paura coglie i contadini, convinti che da Parigi siano stati espulsi mendicanti e vagabondi che metteranno la campagna a ferro e fuoco.
Il fenomeno della Grande paura si diffonde anche tra i tifosi della Fiorentina alla vigilia di Fiorentina-Spezia. La Fiorentina è reduce da due sconfitte. Lo Spezia di Italiano ha letteralmente massacrato il Milan con un gioco all’olandese. La città trema. Lo stesso Prandelli si mostra spaventato. Le conseguenze immaginate sono terribili: la Fiorentina che viene superata dallo Spezia, che perde fiducia, scivola in zona retrocessione e ci resta. Si arriva finalmente alla partita. Nel primo tempo la Fiorentina è timorosa. Poi i nostri prendono coraggio, la paura si dissolve. Castrovilli arriva su di un pallone impossibile, mette al centro e Vlahovic segna il primo goal, cui ne seguono altri due.
Il mattino dopo le nebbie si sono diradate. Nei bar e sui social fiorentini c’è una calma irreale. Commisso si sveglia sollevato e guarda fuori dalla finestra del suo appartamento di New York. Passa un furgone che consegna il pane. Pensa già al prossimo anno, ai rinforzi, allo stadio, all’allenatore da prendere o da confermare.
di Ludwigzaller
Di
Ludwig